Oh, c’era addirittura la battitrice. Tale signora Milena Cupaiolo. Che non gioca nei New York Yankees, ma gira per gli Almadiani con un martelletto di legno in mano. Tipo Santi Licheri, il giudice di Forum (pace all’anima sua). E intorno alla professionista del settore una quantità indefinita di scatolette e scatoloni. All’interno bustate di occhiali, portafogli, macchine fotografiche, pellicce. E qualsiasi altro oggetto dimenticato (poi cavallerescamente riconsegnato a Palazzo dei priori) dagli anni ’60 ad oggi. L’asta promossa dal Comune (non tosta, ma comunque per tutti i gusti) è andata alla grande. Tra curiosi passati per caso e vecchie volpi. Quelle che, presumibilmente, faranno bottino sul bottino.
Nel primo giorno sono stati raccolti ben 3200 euro. “Un grande risultato – conferma Simonetta Pagliaccia dell’Economato – non credevamo di riuscire a piazzare certe cose”. E per certe cose, che magari fa pure rima con sozzerie, ci stanno in primis due sacchi stile immondizia pieni di biancheria intima. Partiti da 20 carte sono arrivati a 110. Per la gioia della signora che non avrà più bisogno di andare a vita alla Cia (non l’intelligence, ma quella delle camicie da notte). Quattro telefoni cellulari in cambio di una banconota da venti. Un I-pad tirato a novanta. Un trolley retrò sui cento. Veri affari. Robbetta de lusso, direbbero a Marta.
E ciò che non è piaciuto nel dì del battesimo si è ripresentato ribassato dopo ventiquattro ore. Cerchioni Mercedes e paracadute (chi non se li è mai persi). Un balilla vocabolario Italiano – Latino del 1942. Tre telai di motocicli in blocco, aggiudicati a 360 euro.
E ancora numeri. Tra cinquanta e sessanta le persone che hanno affollato l’aula, solo ieri. Molte di più al momento dell’apertura. Quando c’era più ciccia. Oggi termina la faccenda. Una carovana che di lì si è poi spostata due magazzini più in alto, al fine di visionare altri lasciti. Cinquantino Piaggio, denominato Boxer, preso per un totale di 35 monetine da uno. Solo trenta invece il Califfo grigio, che tirava meno già all’epoca. Mentre il Califfone ancora si difende. Dopo una titubanza in partenza si colloca addirittura a cinquantacinque. Ma, su tutti, vince la Vespa. Il grande classico che tocca quota cento. Tondi tondi.
Ci sarebbero infine pure un’auto e uno Scarabeo. Ma per il dispiacere dei presenti viene comunicato che sono del proprietario del garage. Peccato. Perché la Volkswagen stava messa da dio.
Ma tirando le somme, tra quanto incassato e quanto speso, il bicchiere è senza dubbio pieno. Fino all’orlo. Svuotate invece risultano le cantine comunali. Insomma, la cosa funge e si ripeterà. “Ogni due anni”, comunicano dalla regìa. Fico. Torneremo.