Terme, l’atmosfera si fa sulfurea. Perché il Comune ha detto e fatto quel che aveva annunciato. Ha ridotto, cioè, la quantità d’acqua a disposizione delle Terme dei Papi, la società che ha in gestione il principale impianto del capoluogo: 22 litri al secondo, ma da gennaio 2015, mentre il contratto scade il 1 agosto. Una proroga esigua – e contestatissima in consiglio comunale, soprattutto all’interno della maggioranza – che ha fatto sbottare l’amministratore delegato dell’azienda: “Così non abbiamo tempo per attrezzarci, e siamo sicuri poi che le soluzioni per risparmiare acqua siamo davvero efficienti? E se poi non piacessero ai nostri clienti?”. Questi i dubbi espressi da Fausto Sensi.
Il giorno dopo, da Palazzo dei priori si predica calma. La calma dei forti. “La riduzione era un atto dovuto – spiega l’assessore Tonino Delli Iaconi – perché era necessario fissare dei limiti certi alla concessione di acqua, limiti che non erano mai stati delineati in passato, e già questa era un’anomalia assurda. Oltretutto, l’affidamento era l’unica possibilità rimasta dopo che si erano esauriti gli altri metodi, come la subconcessione”. Per il resto, però, il dialogo è aperto: “Abbiamo tempo fino a gennaio per parlare e trovare una soluzione – prosegue l’assessore – Se la Terme dei papi è convinta che il limite sia troppo restrittivo e metta in difficoltà la sua attività, può dimostrarcelo con elementi oggettivi. Magari anche con una terza perizia, super partes, che smentisca i nostri calcoli o quelli della stessa società”. Delli Iaconi pensa positivo, insomma: “Ho fiducia nel buonsenso delle persone”, conclude.