La notizia è questa: una folta delegazione di parlamentari “bipartisan”, dal Pd a Forza Italia, dal Nuovo Centro Destra a Sel, è intervenuta a Roma al Tempio di Adriano per discutere, con i vertici del sistema camerale del Lazio, del dimezzamento del diritto annuale, contenuto nel decreto legge 90 sulla riforma della Pubblica Amministrazione.
E, udite udite, i più hanno manifestato apprezzamento per l’autoriforma del sistema camerale del Lazio, deliberata lo scorso 14 luglio, che prevede una riduzione del numero delle Camere di Commercio regionali da cinque a due. Che vuol dire tutto ciò? Semplice. Significa che il Lazio ha deliberato di ridurre Camere esistenti, assicurando la presenza della Camera di commercio metropolitana di Roma Capitale e di una sola Camera di commercio di Area Vasta che unifichi le rimanenti strutture.
“Il sistema delle Camere di Commercio del Lazio – ha sottolineato il presidente di Unioncamere Lazio Vincenzo Zottola – ha deciso di lanciare la sfida dell’autoriforma per scongiurare i danni che provocherebbero provvedimenti calati dall’alto. Il taglio del 50% del diritto annuo versato dalle imprese avrà un peso notevole sulla situazione economica e culturale dei territori. La gradualità di applicazione prevista nell’autoriforma e la riduzione delle Camere di Commercio regionali da 5 a 2 hanno l’obiettivo di mantenere vivo il ruolo del sistema camerale a supporto delle imprese e delle attività socio-culturali”.
Stessa musica da parte del presidente nazionale di Unioncamere, Ferruccio Dardanello: “Prosegue con grande rapidità – ha commentato – il processo di autoriforma delle camere di commercio, diretto a una razionalizzazione e visibile riduzione delle strutture esistenti. In linea con la riforma del governo, l’intero sistema camerale sta puntando, attraverso un percorso volontario, a recuperare efficienza salvaguardando però le specificità territoriali e avendo ben presente l’esigenza di servizi delle imprese”.
Con il Lazio sono già cinque le regioni che hanno deliberato l’accorpamento e la razionalizzazione delle Camere di commercio del territorio di riferimento. L’Unioncamere Piemonte ha deciso infatti, la riduzione da 8 a 3 degli enti camerali, riorganizzando la rete territoriale su tre poli: la Camera di commercio del Nord Piemonte, quella metropolitana di Torino e quella del Sud Piemonte. L’Emilia Romagna, invece, ha proposto di portare a 4 le 9 Camere di commercio attuali: quella della città metropolitana di Bologna e altre tre di Area Vasta. Inoltre, le Camere di commercio del Molise e quelle della Campania hanno avviato il percorso di razionalizzazione a livello regionale, con l’unificazione in una sola struttura delle due Camere del Molise e la riduzione in 4 circoscrizioni delle Camere campane.
Alla luce di questi nuovi eventi appare sempre più anacronistico il braccio di ferro che le associazioni di categoria stanno portando avanti a Viterbo per l’elezione (che a questo punto dovrebbe avvenire a settembre) del prossimo presidente. Il quale – chiunque esso sia – avrà un unico e determinante compito: quello di celebrare degnamente il de profundis dell’ente di via Fratelli Rosselli.