Finalmente ho l’occasione di tornare a scrivere di “Braccialetti Rossi”, la più bella e significativa fiction prodotta dalla Rai negli ultimi vent’anni!
Mi avevano detto adesso basta… perché avevo già scritto i seguenti tre blog dai quali, se avrete tempo e voglia di leggere nell’ordine, potrà già essere piuttosto chiaro quali sono i miei pensieri in proposito:
https://www.viterbopost.it/2014/02/braccialetti-rossi-come-harry-potter/
https://www.viterbopost.it/2014/03/a-braccialetti-rossi-un-bel-nove-e-mezzo/
https://www.viterbopost.it/2014/03/da-grandi-poteri-grandi-responsabilita/
Così, cosa potevo fare in questi tre mesi e mezzo di “astinenza”?!
Ho fatto quello che fanno tutti i fans del terzo millennio… sono andato sui social network e – anch’io, alla mia veneranda età – sono diventato un “Buschiner” (fan di Carmine Buschini: Leo) e un “Lollover” (fan di Lorenzo Guidi: Rocco) ma – con buona pace di Aurora Ruffino (Cris) e Brando Pacitto (Vale) – ho continuato a mantenere una sorta di “rapporto informatico preferenziale” con “Smiley” (sorride sempre…) Mirko Trovato (Davide) e “Piuzzo” Pio Luigi Piscicelli (Tony), di volta in volta rallegrandomi per un “like” dell’uno su un mio post o esultando per un messaggio in chat dell’altro!
Con mia grande gioia, ho scoperto di non essere l’unico “Peter Pan” d’Italia, in quanto ho incontrato sulla strada altre persone matte come me per questa serie televisiva (ma non solo!) che hanno dato vita al “Braccialetti over club”, fan club per gente un po’ attempata (solo guardando la carta d’identità!) e un po’ stufa di leggere solo “sei bellissimo” e “sei perfetto” sui fan club ordinari, nei quali io ero costantemente “il più saggio del gruppo”…
Poi sono arrivati gli incontri del cast con i fans, a Porto San Giorgio e a Fasano… a quel punto ho avuto un rigurgito di orgoglio di mezza età… mica posso mettermi a fare a spintoni con migliaia di tredicenni urlanti, solo per poter dire di essere stato nello stesso posto dei “Braccialetti rossi”?!…
… e, soprattutto, mica posso attraversare l’Italia senza neanche avere la certezza di poter partecipare agli eventi (tiratina d’orecchi all’organizzazione…)!!
Così, ho fatto quello che hanno fatto tutti i “diversamente giovani” d’Italia – non proprio tutti, magari… – e sono andato ai concerti dei Rolling Stones e di Vasco Rossi.
Devo dire che l’essermi trovato a tre metri dalla leggenda della musica mondiale o l’aver visto il Blasco più rock di sempre… un po’ mi ha fatto dimenticare i Braccialetti!
Anche perché, nel frattempo, la mia grande passione per la musica aveva ancora preso il sopravvento, e avevo anche conosciuto quel “cucciolo” di Vincenzo Cantiello… già che ci siete leggete anche questo:
https://www.viterbopost.it/2014/06/una-domenica-a-casa-di-vincenzo-cantiello/
Sì, lo so… l’inizio del blog è a rischio blasfemia… ma ne sapremo riparlare tra qualche anno!!
In ogni caso, mentre mi apprestavo a concludere la mia “settimana rock” con l’incontro / concerto di Piero Pelù, ecco la folgorazione!
A Viterbo (Caffeina) arriverà il regista di “Braccialetti Rossi”: Giacomo Campiotti!!
Devo esserci… devo conoscerlo… ho così tanto da chiedergli che devo andare sul palco con lui!!
E, quando mi metto in testa una cosa… detto, fatto!!
Arrivo trafelato (dovevo pur mangiare!!) al Cortile dell’Abate e – dopo aver scoperto con gioia che la serata era a favore dell’A.G.O.P. onlus (Associazione Genitori Oncologia Pediatrica), associazione a favore della quale l’Associazione Mr Jack (di cui faccio parte) ha già promosso due raccolte di fondi – vengo subito presentato al regista come giornalista (chiedo scusa ai giornalisti veri! E’ sicuramente stato un lapsus di Paolo Manganiello!) e consigliere comunale di Viterbo.
La piazza era pienissima – anche se qualcuno/a se n’era andato/a una volta appurato che non c’era nessun attore… grande errore! – e… ma quanto è alto Giacomo Campiotti… li sovrastava questi ragazzini!!!
Intervista precisa e puntuale di Sara Pizzi (qualche anno fa aveva pure partecipato al Mini Festival di Viterbo!!), con proiezione di spezzoni della fiction, alla quale seguono le domande del pubblico…
Sembrava di essere alle “dirette” in streaming di Mirko o Pio… solo con domande più argute e risposte intelligenti e spiritose di Giacomo che – improvvisamente, proprio a Viterbo – potrebbe anche aver trovato anche un nuovo “attore” per la seconda edizione della fiction… quella che andrà in onda tra sei / sette mesi!
Va beh… ora è il turno dell’A.G.O.P., ne sono contento… ma a me non tocca mai?!
E finalmente… arriva il momento del saluto da parte del Comune di Viterbo… con il consigliere Paolo Moricoli?!
Naah… già immaginavo la gente che provava a tagliarsi le vene solo al pensiero!
Così prendo il microfono e faccio: “Vediamo cosa succede se dico: 3-2-1… braccialetti in alto…” arriva un watanka piccolo piccolo… si sa, il pubblico viterbese non è mai troppo caloroso!
Allora ci riprovo e il Watanka è con l’iniziale maiuscola… sotto lo sguardo incredulo di Giacomo, opto per un terzo tentativo: “Braccialetti in alto…” Watankaaaa!!! Ooohhh, finalmente un boato, alla faccia del saluto istituzionale!!
Ora è il mio turno di intervistare il Campiotti – in qualità di maggior esperto viterbese in “Braccialetti Rossi”, qualcuno ha detto che avrei potuto scriverci una tesi! – ma il tempo stringe… si è fatta una certa…
Allora prendo il coraggio a due mani e faccio la domanda che nessun altro aveva avuto il coraggio di fare: “Ma perché hai fatto morire Davide nella quarta puntata?”… è stata la prima volta che ho sentito il pubblico applaudire una domanda!
E il Campiotti – Capo Scout come me, capendo il dramma di migliaia di persone – con pazienza, tenerezza e umanità ha cominciato a parlare della morte… perché in ospedale i bambini non guariscono solamente ma, a volte, chiudono anche gli occhi per sempre… ma la morte è un passaggio a qualcosa di più bello… una risposta da un quarto d’ora!
E io “Lo so, lo so bene, hai ragione… però non ce lo potevi lasciare ancora un po’, Mirketto nostro?” Altro applausone!
E lui “Non vi preoccupate, che tornerà!” Gliel’ho fatto dire!
Poi era tardi sul serio… soprattutto per chi non aveva ancora mangiato (Giacomo)… anche perché c’erano ancora decine e decine di libri da firmare e di fotografie da fare! La cosa più incredibile? Solo io avevo i DVD da autografare e il braccialetto al polso!
Quindi, il momento delle chiacchiere, quello in cui esce fuori la grandezza della persona, oltre che del regista…
il Campiotti che si dice convinto di avermi già conosciuto (con la testa e la memoria che ho, niente di più facile che abbia ragione lui…)…
il Capo Scout che fa il regista e che, quindi, è più preoccupato per l’integrità dei suoi ragazzi che per il loro successo, data l’età che hanno… contrario – per loro – ai bagni di folla ma assolutamente favorevole a far vivere loro esperienze con malati veri… d’altra parte, come ha detto, non li ha scelti in quanto più bravi o più belli degli altri, ma in quanto molto simili ai personaggi che aveva in mente, e che loro hanno sviluppato con il loro estro e capacità interpretative!
Dimostrando una grande modestia, ha affermato di aver lasciato grande libertà ai ragazzi nell’esprimere loro stessi… e i ragazzi – di cui parla chiamandoli con il nome dei personaggi – si sono dimostrati gli attori più “seri” che abbia incontrato… e ne ha incontrati!
E intanto Piuzzo che mi scriveva per sapere com’era andata l’intervista…
Infine il momento dei saluti, la fine di una serata emozionante e che non dimenticherò facilmente!
Ci rivediamo? Certo che ci rivediamo… da agosto si girerà la seconda serie, ancora a Fasano, in Puglia! Davvero potrei venire lì?!
Mentre se ne va, si volta e dice: “Mi raccomando, accordati con Tony (Pio), lui è più concreto di me!”
Questo è Giacomo Campiotti, regista di alcune tra le più belle fiction dell’attuale millennio e della migliore in assoluto ma, soprattutto, una grande persona… uno Scout con la S maiuscola che ci farà ancora sorridere e commuovere con le sue opere.
Watanka!!