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Cari Marco & Fausto: la pacchia è finita

Fausto e Marco Sensi

Fausto e Marco Sensi

Strano Paese, l’Italia. Le cose non funzionano (e su questo il 99, 9 per cento degli italiani è sicuramente d’accordo), ma spesso – quando si va a fare un qualsiasi ragionamento sulle cause – la si butta in caciara. Oppure, tanto per fare un po’ di inutile qualunquismo, si dà la colpa ai politici, sempre responsabili di tutto e di più. Oddio, non è che in questi anni la classe politica abbia fatto granché per invertire tali considerazioni. Anzi. Ci ha messo molto, moltissimo del suo. Ma questo ha spesso distratto l’attenzione dell’opinione pubblica da quelli che oggi sono i veri poteri forti dello Stivale: le lobbies. Di qualsiasi ordine e grado. Tutte favorevoli al cambiamento, quando se ne parla in termini generali, ma poi pronte a fare le barricate quando capiscono che potrebbero essere lesi, anche minimamente, i propri interessi.

Prendiamo alcuni esempi tratti dalla cronaca di questi giorni.

Primo esempio: la riforma del Senato. E’ chiaro che c’è una parte del Parlamento che non la vuole e che sta facendo di tutto per far saltare il tavolo. Giacché presentare 8.000 emendamenti alla legge e pretendere su di essi una discussione infinita non significa fare opposizione, ma impedirne l’approvazione. E questa è una lesione della democrazia. Perché le minoranze hanno tutto il diritto di opporsi, ma le maggioranze devono poter portare avanti la loro azione.

Secondo esempio: la vertenza Alitalia e la vendita a Ethiad. Sorvolando su tutto quello che è accaduto in passato (senza però sottacere il “capolavoro” dell’allora premier Silvio Berlusconi che nel 2008 non volle la partnership con Air France), oggi ci si trova di fronte a un bivio che non dovrebbe lasciare dubbio alcuno: o un dolorosissimo taglio con possibilità di futura ripresa, o il baratro. Eppure si cincischia e ci si arrovella (stavolta da parte di alcuni “difensori dei lavoratori”) per mandare tutto in vacca. Tanto da far dire al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi che per capire certi sindacati bisogna essere marziani.

Terzo esempio: la telenovela dell’acqua termale concessa dal Comune alle Terme dei Papi (così arriviamo a parlare anche di Viterbo). Sicuramente in quest’ultimo mese palazzo dei Priori s’è mosso come un orso all’interno di una cristalleria, ma la famiglia Sensi (venuto meno il capostipite commendator Socrate, vero pioniere dell’imprenditoria viterbese, oggi rappresentata dai “fratellini tutto pepe” Marco e Fausto) non ne vuol sapere di capire che “la pacchia è finita”. Ovvero: che essendo venuti meno, a distanza di decenni, quei criteri che consentirono alle Terme dei Papi di agire in regime di monopolio, oggi i ragazzi dovrebbero confrontarsi col mercato, ammesso che ne abbiano le capacità. Giacché, l’unica cosa che non possono pretendere è quella di continuare ad avere una quantità di acqua sulfurea che poi di fatto impedisce la realizzazione di nuovi impianti. Certo, il Comune non può chiedere che il tutto si risolva nel giro di un brevissimo arco di tempo (anche perché il cambiamento prevede una serie di investimenti onerosi per l’azienda), ma il duo M&F deve rassegnarsi al fatto che il mondo è cambiato (tra l’altro, non c’è più nemmeno lo zio Giulio Andreotti) e che bisogna rimboccarsi le maniche. Oppure, passare la mano.

Strano Paese, l’Italia. Dove tutto dovrebbe cambiare, per dirlo alla Tomasi di Lampedusa, perché nulla cambi. O meglio, dove tutto dovrebbe cambiare a patto che a farlo siano solo gli altri. E in questo ragionamento val bene la conclusione con la citazione dell’orribile frase pronunciata dal signor Carlo Tavecchio, candidato a rinnovare (sic!) la Federazione Italia Gioco Calcio (più nota come Figc), sui calciatori di colore: “Qui fanno i titolari quelli che prima mangiavano le banane”. Ci consenta, dottor Tavecchio (nomen est omen): forse i mangiatori di banane siamo noi. Perché è proprio l’Italia ad essere il Paese delle banane. Chiquita.

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1 Commento

  1. giovanni faperdue ha detto:

    Mi piace. Complimenti. Finalmente un articolo vero sul termalismo viterbese.

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