Cosa resterà di questa Caffeina edizione numero otto? Cosa resterà, oltre alle pisciate nei vicoli, al berciare degli invidiosi, alle decine di migliaia di persone per le strade e agli eventi? Cosa resterà, oltre a David Grossman e Piero Pelù, e Mauro Corona e Vittorio “Capra-Capra-Capra” Sgarbi? Resterà, secondo il direttore organizzativo Andrea Baffo e quello artistico Filippo Rossi, la prima edizione di una nuova era. Un numero zero, che apre l’era della maturità e schiude orizzonti inesplorati al festival letterario viterbese. Soprattutto se – e il “se” va sottolineato – si saprà costruire un’architettura logistica, finanziaria e intenzionale, all’altezza della situazione. “Il bruco può diventare farfalla”, sintetizza Rossi in versione etomologo.
Di Caffeina 2014 resta pure questa conferenza in una piazza San Lorenzo baciata dal sole e dai turisti, e pronta ad ospitare da stasera un altro pezzo (grosso) dell’estate viterbese, il Tuscia film fest. Arriva il sindaco e allora si può cominciare, con Michelini affiancato da Baffo e dal presidente della fondazione Caffeina Michele Pepponi; i giornalisti, sistemati sulla scalinata del palazzo Valentino della Pagnotta.
Su che cosa sia Caffeina è inutile spendere altri caratteri, dopo le migliaia utilizzate in questi anni. Né vale la pena riportare il lungo elenco di successi di tutte le costole del festival, da Jazz up a Senza Caffeina, da ComicsLab a Sloow food (la vera, grande novità dell’anno). Semmai c’è da chiedersi: cosa può diventare Caffeina di qui a dieci anni?
Pepponi sfiora la blasfemia, ma lo dice: “Un evento che, se cresciuto e alimentato, potrà diventare importante per la città come lo è la festa di Santa Rosa”. Accipicchia. E qui entriamo in medias res: “Da viterbese Caffeina mi commuove – spiega Pepponi – perché riempie le piazze vuote, e la differenza si è vista già l’altro ieri, nel primo giorno dopo la fine di questa edizione. Abbiamo fatto dei progressi incredibili dal punto di vista tecnico e organizzativo, e lo conferma il successo di un evento complesso come quello che ha avuto come protagonista Grossman. Perciò siamo arrivati ad un punto di svolta: o facciamo il defnitivo salto di qualità oppure così Caffeina è destinata a non essere più sostenibile. Oggi la reggono cinque scemi come noi e duecento volontari, una struttura troppo fragile rispetto a quella che possono vantare i nostri competitori nazionali. Il festival costa tre i 300 e i 350mila euro l’anno, fondazione compresa. Perciò, o troviamo un mecenate che ci dà un sacco di soldi, e non mi pare che Viterbo sia una realtà particolarmente ricca di imprenditori munifici, oppure pensiamo a delle sinergie, ad un tavolo condiviso, per trovare l’ossigeno necessario a crescere ancora, per giocare in serie A e non in serie C”.
Il sindaco è parte in causa, perché rappresenta il Comune. Intanto, dà una buona notizia, e dice che ha appena firmato la delibera di finanziamento per il 2014 (50mila euro freschi freschi: meglio tardi che mai) Qualche giornalista gli chiede: se Caffeina è importante per il territorio, con un indotto innegabile e importante, non sarebbe il caso che Palazzo dei priori le stia più vicino? Michelini prova il dribbling alla Robben: “Anche Viterbo è importante per la manifestazione. Il festival di Sanremo, se fatto a Rimini, è tutta un’altra cosa. Sono d’accordo che Caffeina debba crescere, perché da imprenditore ho sempre ragionato così, resta da capire come possa crescere. Penso che tutti quelli che credono e hanno interesse in Caffeina possano contribuire alla crescita, alla singeria. Se poi voi vi fate due conti e credete che sia più conveniente trasferire il festival altrove, be’, siete liberi di farlo. E’ il mercato”. Giusto, ma poi Michelini correrebbe il rischio di passare alla storia come “il sindaco che ha cacciato Caffeina”.
E insomma, mentre in via di Valle Piatta i ragazzi di Caffeina hanno già iniziato a pensare alla prossima edizione, viene da chiedersi se davvero sarà la prima edizione di una nuova era. Se Viterbo potrà raggiungere Mantova e Pordenone e tutte le altre ricchissime iniziative “cugine” (ma diverse) sparse per l’Italia. Viene da chiedersi se Caffeina troverà la forza e le forze per crescere ancora. Viene da chiedersi se il bruco diventerà finalmente farfalla.
Caffeina e l’alba di una nuova era
di Andrea Arena
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