Meno male che c’è Marcellino pane & vino. L’unico, dopo settimane di silenzio generale e trasversale, a intervenire sulla vicenda di Villa Buon Respiro. Già, perché dopo la riunione del 25 giugno scorso tra la proprietà della clinica (San Raffaele spa) e vertici sindacali regionali, i timori della mobilità per tutti i 135 lavoratori della struttura rischiano di diventare certezza. Per ora sono un annuncio scritto nero su bianco e firmato da chi di dovere, ma da un momento all’altro potrebbe diventare tutto operativo.
E mentre prefetto, sindaco, Asl, e consiglieri regionali fanno i vaghi, ecco il presidente della Provincia che si accoda ai sindacati e chiede un tavolo di concertazione “tra istituzioni regionali e locali, rappresentanti del gruppo San Raffaele spa e sindacati del personale”.
”Chiedo al prefetto Antonella Scolamiero – prosegue Meroi – la cui sensibilità su queste problematiche è stata sempre totale, di valutare come richiesto dalle organizzazioni sindacali, la convocazione di un tavolo, al quale anche la Provincia si dichiara sin da subito disponibile a partecipare per offrire il proprio contributo. E’ necessario che la Regione e la proprietà del San Raffaele spa raggiungano un accordo per ciò che concerne l’accreditamento dei servizi erogati da Villa Buon Respiro, condizione a quanto pare essenziale per garantire il proseguimento delle attività e il mantenimento dei livelli occupazionali. Il nostro territorio, come ho già ribadito altre volte, non può permettersi la perdita di altri posti di lavoro e non può rinunciare all’erogazione di servizi essenziali, rivolti alla cura e alla riabilitazione di persone affette da patologie particolari. Si tratta di salvare in primo luogo i livelli occupazionali ma anche di garantire alle famiglie dei pazienti in cura, la garanzia di un’assistenza sanitaria indispensabile”.
Bene. Quella di Meroi rischiava di essere la classica vox clamantis in deserto, almeno tra le istituzioni, se solo ieri nel tardo pomeriggio non fosse arrivata un’altra nota. Firmata dal consigliere regionale Enrico Panunzi (che ricorda di essere anche “presidente della sesta commissione consiliare Regione Lazio”: peccato che questa si occupi di ambiente, mobilità, lavori pubblici, politiche della casa e urbanistica…).
E’ chiarissima: “Da mesi mi sto occupando della situazione, cercando di sciogliere un nodo che vede come primi danneggiati gli utenti e i dipendenti della struttura. In questo lavoro sono in continuo contatto con gli uffici regionali interessati della vicenda e con il prefetto di Viterbo. La situazione è piuttosto complessa e si trascina da anni: da parte mia c’è attenzione costante alle tematiche che attengono alla casa di cura e ne seguo tutta l’evoluzione. C’è la volontà di risolvere il problema: come rappresentante del territorio mi sto impegnando affinché ciò accada presto e confido in una positiva soluzione del problema”. Salvo un bizzarro caso di omonimia, dovrebbe trattarsi dello stesso Enrico Panunzi che l’8 maggio scorso aveva annunciato, in un tripudio di certezze, che la Regione “aveva scongiurato la chiusura di Villa Buon Respiro”. Ora, visti i risultati raggiunti dal suo interessamento, forse sarebbe meglio che il consigliere si occupasse di qualche altra cosa. Che è meglio, come diceva l’indimenticabile Puffo Quattrocchi.