“Dietro la candidatura di Domenico Merlani c’è la politica. Quella politica che non dovrebbe inquinare le logiche delle imprese. Quella politica che oggi vorrebbe addirittura cancellare le Camere di commercio, avocando al ministero dello Sviluppo economico anche la gestione delle quote camerali”. Sono gli altri a parlare, quelli che hanno prodotto un’alternativa all’unico cavallo in corsa per la poltrona più alta di via Fratelli Roselli. E che lo hanno presentato ieri: è Mauro Barlozzini, direttore dell’Ascom, e da oggi baio di riferimento della stessa Ascom, di Federlazio, Confesercenti e Confartigianato: “Siamo di rincorsa – dice lo stesso Barlozzini in versione Palio di Siena – ma siamo anche più freschi di un candidato che è già sceso in campo da cinque mesi”.
Aggregare, condividere e difendere il ruolo della Camera di commercio, questo è lo spirito dell’avventura di Barlozzini. “Perché – come dice Andrea De Simone segretario di Confartigianato – rivendichiamo il ruolo di questi enti, e non pensiamo che debbano essere depotenziati, ma razionalizzati e organizzati”. Nonostante il disegno di legge del Governo Renzi (che prevede anche il dimezzamento delle quote versate annualmente dalle imprese iscritte), sostenuto da aprile anche da Confindustria.
Ecco allora la scelta di presentare Barlozzini. Che unisce obiettivi e interessi dell’associazionismo, del commercio, del turismo e che spera di aggregare anche quelli che finora non si sono espressi. “Mentre dall’altra parte – dice lui – vedo un’alleanza eterogenea, che non ci ha convinto da subito. Noi abbiamo fatto un matrimonio, gli altri no. Troppe realtà distanti tra loro, troppe posizioni opposte. Non si capisce quale sia il collante che le tenga insieme, o forse lo si capisce bene”. E sarebbe la politica, con la Coldiretti del sindaco Michelini che a Viterbo gioca in un altro campo rispetto agli scenari regionali. “Quando l’imprenditoria diventa amministrazione è una bella cosa, ma se la politica vuole mettere bocca sulle faccende delle imprese, siamo perplessi. La Camera di commercio appartiene alle imprese”, dice Barlozzini. “Una candidatura che rappresenta il mondo del commercio e del turismo: i tempi sono maturi”, chiosano Crea (Federlazio) e Peparello (Confesercenti).
La sfida è aperta, insomma. E dal complesso meccanismo di elezione potrebbero arrivare delle belle sorprese: Merlani ha in mano 14 voti su 28 totali. Ai primi due scrutini servono i due terzi delle preferenze (cioè 21) per essere eletto presidente, altrimenti si rivota a distanza di due settimane, col quorum richiesto che si abbassa alla metà più uno (15), altrimenti si deve ricominciare tutto capo. Per Barlozzini ci sono 11 voti, e la certezza che qualora Merlani ce la facesse davvero, avrà parecchie difficoltà intanto a fare la giunta, e poi ad amministrare. Insomma: si rischia una vittoria mutilata, e si rischia anche di dare ragione a quelli che pensano che le Camere di commercio siano superate se non inutili. “Merlani vuole fare il presidente o il liquidatore di una struttura che si avvia a chiudere?”, si chiedono i grandi elettori di Barlozzini.
Di qui, la proposta: “Quando si arriva ad un passo dalla elezione ma ci si rende conto di non potercela fare, meglio fare un passo indietro. Merlani lo faccia, e apriamo un dialogo serio, all’insegna della condivisione”. Prima di andare ai materassi, e di combattere una guerra sanguinosa. E forse che nessuno potrà vincere.