E’ passata appena una settimana dalle elezioni europee e amministrative e nel Partito democratico viterbese hanno ripreso subito le care, vecchie abitudini. Litigare, per esempio. In realtà è già da qualche giorno che la polemica alligna tra i giornali (di carta), prima con toni e accuse generiche, adesso più specifiche. Da una parte, il segretario dell’Unione comunale Stefano Calcagnini, dall’altra il segretario provinciale Andrea Egidi.
Il primo, commentando “la straordinaria e importante affermazione di Simona Bonafé” (la renziana capolista nella circoscrizione centrale e la più votata in assoluto in Italia), ha fatto notare “alcune vistose defezioni in certe realtà comunali della provincia”. Come dire: in qualche paese della Tuscia Simona non ha avuto l’X Factor, cioè non ha preso tutti quei voti rastrellati altrove. Egidi, dal canto suo, ha colto il messaggio, interprendolo come se fosse riferito a Canepina. E ha impacchettato il tutto bollandolo come “volgari insinuazioni”.
In effetti, se davvero Calcagnini si fosse riferito a Canepina, i dati gli darebbero ragione: nel centro cimino la Bonafé è stata votata poco, se non pochissimo: appena 77 preferenze, contro le 245 ottenute da Roberto Gualtieri (dalemiano come Egidi) e le 374 di Goffredo Bettini, pure sostenuto dall’ala ex diesse del Pd. Senza contare che lo stesso partito alle Europee ha incassato molti meno voti rispetto a quelli incassati dalla lista civica di riferimento concomitanti elezioni amministrative: quasi cinquecento voti in meno. Anche se i paragoni tra le due consultazioni non sono certo possibili: alle comunali si vota la persona, spesso l’amico o il parente, mentre alle europee si tendono a seguire le indicazioni, i “consigli” di chi sostiene questo o quel candidato di questa o quella corrente.
Di certo Canepina è il regno rosso di Enrico Panunzi, ex sindaco ora consigliere regionale, che è tutto tranne che renziano, ma esponente di quel Pd (la famosa “ditta” di Bersani) che ormai è in via di estinzione. Logico aspettarsi un risultato favorevole per altri candidati piuttosto della Bonafé.
Ma poi, Calcagnini parlava davvero di Canepina? Se lo chiedono in queste ore un po’ tutti i politologi mondiali. Secondo Antonella Paris, presidente dell’assemblea dell’unione comunale del Pd e ultima ad intervenire in questo interessantissimo dibattito, no: “Non sappiamo su quale errata valutazione il segretario provinciale sia arrivato a questa conclusione”, ha detto la presidente. Aggiungendo poi al comunicato un’altra considerazione che certo fa capire come tra i vari organi del partito manchi del tutto l’armonia: “Desideriamo da un lato non alimentare polemiche, dall’altro ricordare al segretario Egidi il detto latino excusatio non petita, accusatio manifesta“.
Giusto per rimanere in tema linguistico, allora, perché non riassumere tutta questa polemica con un’altra locuzione cara agli antichi, anzi a Gianni Brera? Sì, questa sembra proprio una masturbatio grillorum.