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Fioroni, un ministro tira l’altro

Il sindaco consegna il leone cittadino al ministro Giannini

Il sindaco consegna il leone cittadino al ministro Giannini

“L’onorevole e amico Giuseppe Fioroni”, come lo chiama ad un certo punto Stefania Giannini, ha piazzato un altro colpo. Cioè, un altro ministro ospite a Viterbo. E siamo a due, con Franceschini neanche un mese fa. Più i sottosegretari, almeno un altro paio. Se continuiamo con questo ritmo, per Natale abbiamo completato l’album delle figurine del Governo Renzi, sempre che il Governo Renzi ancora ci sia.

Una macchina instancabile, Fioroni. Anzi, un tour operator strepitoso, altro che “organizzazione Filini”, o “Romana Pellegrini”. Qui le visite sono perfette, e ieri se n’è avuta la dimostrazione: il ministro Giannini è arrivata e subito all’università, presentazione di un progetto con l’Asl, premiazioni varie (ne raccontiamo altrove), saluti e baci accademici. Poi via, a palazzo dei Priori, dove l’accoglienza impeccabile è già rodata.

Si va in sala Rossa, inaccessibile ai comuni mortali. Ogni tanto sbuca fuori qualche assessore accaldato, gli uomini della scorta, i commessi comunali. Sullo sfondo, un buffet scintillante che è una tortura, perché guardare ma non toccare. Ad un certo punto esce Fioroni, scortato dalla Ciambella (viene in mente quella vecchia battuta di Fortebraccio: “Ecco l’avvocato Agnelli scortato da Luca Cordero di Montezemolo, che non è un incrociatore…”) e si capisce che ci siamo. Infatti arriva anche il ministro, col sindaco, e la stampa appostata nella sala delle Bandiere tenta l’approccio. La ex alunna Federica saluta la professoressa diventata ministro (Carramba, che sorpresa), poi domanda. Ci sono buone notizie sulla scuola musicale, intruppata da anni nei meandri dell’italica burocrazia. Adesso però che il Governo è tutto preso dalla smania di sbloccare, può essere la volta buona, e la Giannini promette di interessarsi alla faccenda, o con l’equiparazione della scuola viterbese ad un conservatorio, oppure trasformandola in sede distaccata di qualche altro conservatorio del centro Italia. Ottima notizia, che rallegra pure Francesco Serra, delegato proprio alla scuola.

Ma il tempo per le domande è già finito, ed è lo stesso Fioroni – che intanto riceve i saluti di sindaci, presidi, professori – a segare altri assalti dei giornalisti. “Andiamo in sala Regia”. Andiamo un po’.

E anche un mazzo di fiori

E anche un mazzo di fiori

La sala è piena. C’è tutta la scuola viterbese. Ci sono le autorità. Al tavolo, tre targhette: ministro al centro, sindaco alla sua sinistra, Fioroni a destra. Che non parla, lascia i discorsi agli altri due, ma incassa “il collega e amico” della Giannini (d’altronde, fino al 2008 seduto a viale Trastevere c’era proprio Beppe) e ogni tanto prende appunti, e risponde ai messaggi, col pince nez che ormai lo ha reso famoso. Viene presentato il protocollo per una campagna sulla corretta alimentazione presso gli studenti della scuola. E’ un bel progetto, ricco di risvolti, che si collega anche con l’Expo 2015, almeno con la sua parte buona, quella senza mazzette. “Viterbo è la prima a sottoscriverlo, e non a caso – spiega il ministro – Qui avete delle eccellenze in campo agroalimentare, una tradizione innegabile. Era giusto partire da qui”. Il sindaco, da vecchio uomo della Coldiretti, gongola. Poi l’apoteosi, quando la Giannini parla di “corretta alimentazione”, si volta verso Fioroni e lui: “Perché quando parli di corretta alimentazione guardi proprio me?”. Risate. L’autoironia funziona sempre. Adesso si può firmare l’accordo, scambiare i doni, posare per le foto.

Un altro ministro è passato da Viterbo, a quando il prossimo? Citofonare Fioroni.

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