Si è concluso nei giorni scorsi il laboratorio di cucina multietnica alla scuola Fantappiè. Ovvero cipolle, spezie, cuscus, curcuma, riso; ma anche ciambelle, con il buco e senza, viterbesi. Grazie alla collaborazione delle Acli, l’istituto Fantappiè si è fatto promotore di un percorso di scoperta attraverso l’arte culinaria. Prezioso l’aiuto della Scuola alberghiera ospitata nei locali dell’Itis.
Protagonisti: i ragazzi delle medie e i genitori della primaria e dell’infanzia dello stesso istituto: tunisini, rumeni, cingalesi. L’obiettivo è rovesciare il rapporto teoria/pratica e cominciare dai grembiulini e dai fornelli per arrivare ai luoghi, le storie, le culture..
La scuola Fantappiè è nel centro storico di Viterbo, dove la presenza delle famiglie immigrate è una realtà che l’Istituto ha voluto cogliere come propulsiva per una serie di progetti sull’inclusione che si sono intrecciati nella spirale di una didattica gioiosa e attiva.
Nella settimana della cultura, promossa dall’amministrazione comunale, i giardinetti della Verità sono diventati teatro di danze e canti. Le favole africane raccontate dalla ludoteca dell’Arci hanno irretito le bambine e i bambini nell’atmosfera del tempo circolare tipico di ogni tradizione orale. La danza indiana, con la presenza delle allieve di Rosella Fanelli ha impreziosito il pomeriggio. Poi è arrivata la biodanza di Sol: i corpi e i ritmi si sono intrecciati in un dialogo intenso di mani e piedi che hanno visto danzare insieme bambini, genitori, insegnanti ma anche ragazzi e ragazze della struttura residenziale, per il disagio psichico, Agathos. Guardare i bambini prendere per mano ragazzi simpatici e un po’ stralunati, con assoluta naturalezza mista a curiosità, ha insegnato a noi adulti qualcosa. Come a dire: la diversità che ci fa soffrire, ci impegna, sembra ostacolarci, quando è accompagnata da un progetto pedagogico forte diventa la leva che scardina abitudini, sovverte routine e lascia spazio alla creatività.
Ma poiché in educazione creatività e responsabilità si incardinano in un progetto di auto miglioramento della persona, un altro bandolo della matassa è stata l’educazione alla legalità.
Dunque è stato: Scacco matto alla mafia, prima prova aperta ai giardinetti, e appuntamento ufficiale alla palestra della Verità. Due classi della scuola media, in contemporanea a centinaia di scuole in tutta Italia, hanno messo in scena una partita a scacchi tra legalità e mafia. Il testo è tratto da un racconto per ragazzi di Navarra editore con il patrocinio di Fondazione “ Giovanni e Francesca Falcone”. Le Acli e Gens Nova hanno sostenuto il lavoro dei ragazzi e delle insegnanti fornendo consigli, aiuti e le infrastrutture necessarie alla rappresentazione.