Maurizio Tofani
Il progetto ambizioso del Comune – ridisegnare le linee guida del bacino termale e trasformarlo in un’entità unica, armonica, e magari produttiva – muove i primi passi in commissione, la seconda.
E’ un percorso delicato perché miscela, come fosse un buon cocktail, le buone intenzioni dell’amministrazione con gli interessi dei privati che già ci sono, altri investitori che potrebbero arrivare, e anche la spada di Damocle della Regione. Che oggi è proprietaria delle concessioni per le acque termali, girate in subconcessione allo stesso Comune (è l’unica pratica del genere tra le regioni italiane). Una formula che il sindaco Michelini e l’assessore Delli Iaconi vorrebbero rivoluzionare, trasformando palazzo dei Priori in unico concessionario e dunque interlocutore multi ruolo, in grado cioè di distribuire licenze in base alle intenzioni di sviluppo dei privati, ai loro progetti, ai posti di lavoro in grado di garantire, ad una crescita armonica anche urbanistica e commerciale. Manca ancora qualcosa di scritto, in proposito, anche se il presidente Zingaretti ha più volte garantito il suo appoggio a questa soluzione.
Ieri la commissione. Con un emendamento proposto da Maurizio Tofani, capogruppo di Oltre le mura, che prevede il Comune come concessionario di tutti i nuovi progetti, e non di quelli già in itinere (cioè già in mano della Regione ma che non hanno ancora ricevuto il via libera per motivi burocratici o altro). L’emendamento è passato, con l’astensione della minoranza. Tofani spiega: “Il principio è rivoluzionario: dare facoltà al Comune di concedere licenze per le acque in base alla serietà degli investitori, ai loro progetti termali, occupazionali e commerciali sarà una svolta epocale”. Già: meno burocrazia, meno passaggi, e il caro vecchio motto ridisegnato così “dare progetto, vedere concessione”.
Ma con quelli che hanno già iniziato il cammino, e magari da qualche anno sono impelagati tra ricorsi, promesse, stop & go, come la mettiamo? Tofani garantisce: “Parliamo di poche realtà. Nessuno vuole penalizzare nessuno, semmai pensiamo alla possibilità che il Comune dopo vent’anni riesamini le concessioni assegnate, le riveda e semmai le rassegna. Così i privati saranno incentivati negli investimenti e non assisteremo più a concessioni ferme, inutilizzate, da vent’anni come le Zitelle”.
L’opposizione, guardinga, si è astenuta. Mon è una bocciatura radicale del progetto del Comune (che in linea di principio è ritenuto “vantaggioso”), ma nella sua applicazione. “L’equivoco di fondo sta proprio nel rischio, con questo emendamento, di fare figli e figliastri, di creare corsie preferenziali e di dare adito a retropensieri – spiega Giulio Marini, di Forza Italia – Riteniamo invece che il Come debba essere il referente di tutti i concessionari, dell’intero bacino termale viterbese, così da averne un’idea e una gestione complessiva e armonica. Se invece dovesse avere soltanto due o tre concessioni, un pezzetto marginale, avrebbe anche molta meno forza e capacità di programmare. Serve uno sforzo per garantire a tutti un’unica voce, un’unica burocrazia, gli stessi criteri, quelli dell’amministrazione. E poi, mi auguro che abbiamo davvero un accordo, anche solo verbale, con la Regione per il passaggio delle competenze: un accordo totale, non solo politico ma anche tecnico, visto che bisognerà passare dalla commissione tecnica, appunto. Sull’emendamento Tofani, invece, ci sarà tutto il tempo di discutere e proporre modifiche in consiglio comunale”. Al quale spetterà l’ultima parola.
