Si sono fatti riconoscere. Ancora una volta. Nel segno del “passata la festa, gabbato lo santo”, a distanza di appena due settimane dal voto assembleare dello Stivale pro-Matteo Renzi, quelli di un certo Pd, di quel Pd che ha fallito per vent’anni di seguito combinandone di tutti i colori e consentendo a Silvio Berlusconi di regnare come un imperatore, ci hanno riprovato. Con la “democratica autosospensione” di 12 senatori dopo la sostituzione del collega Corradino Mineo in commissione Affari costituzionali.
Giacché lo scopo dei disfattisti per principio è noto: tirarla per le lunghe nel tentativo di annacquare il più possibile la riforma proposta dal caterpillar Renzi. Nonostante tutto. Nonostante il consenso incondizionato di oltre il 40 per cento degli italiani che hanno votato. Nonostante la gente sia ormai lontana miliardi di anni luce da queste cariatidi della politica.
Ma lo hanno rifatto. Provocando reazioni durissime non solo nell’establishment renziano della Capitale, ma anche in provincia.
Nella Tuscia è saltata la mosca al naso a Sandro Mancinelli, renziano della prima ora e membro dell’assemblea nazionale del Pd. Ecco cosa ha scritto:
Andrea Marcucci: “I senatori del Pd si sono espressi in ben cinque riunioni di gruppo a favore del ddl costituzionale. La sostituzione di Mineo dalla prima commissione è la conseguenza di un principio democratico. Pochi senatori non possono bloccare le decisioni prese da una larga maggioranza. Vale più il parere del 90% del gruppo o dobbiamo bocciare le riforme perché il 10% di noi è contrario? Il voto degli elettori – conclude Marcucci – è stato inequivocabile: il Pd ha avuto un ampio mandato popolare per portare a casa le riforme”. Mi pare sacrosanto.
“ Milioni di italiani ci hanno dato fiducia e noi non possiamo gettarla alle ortiche”. Ottima la Serracchiani.
“Credo che 13 senatori non possono permettersi di mettere in discussione il volere di 12 milioni di elettori e non possono bloccare le riforme che hanno chiesto gli italiani. Ci aspettavamo 20 persone, sono solo 13. Mineo ha tradito l’accordo con il gruppo. Siamo un Partito democratico, non un movimento anarchico”. E pure Luca Lotti mica ci gira intorno.
Caso Mineo, 14 senatori Pd si autosospendono. “Nessuno glielo ha chiesto”. Mitica la Boschi
“Non molliamo di un centimetro. Non lasciamo a nessuno il diritto di veto. Conta molto di più il voto degli italiani che il veto di qualche politico che vuole bloccare le riforme. E siccome conta di più il voto degli italiani, vi garantisco che andremo avanti a testa alta”. Renzi , deciso e chiaro (così ci piace tanto, senza se e senza ma).
“Hanno ragione: mo’ basta con le chiacchiere” conclude Sandro Mancinelli. Che poi annuncia: “Domani andrò a Roma , all’assemblea nazionale, ancora più motivato e convinto nel sostegno alle proposte di Matteo.
Questo Parlamento è stato eletto con una legge incostituzionale e non può permettersi di fare riforme costituzionali. Le elezioni europee non hanno modificato il parlamento italiano. Questo Renzie e questo PD non sono legittimati a fare un bel niente..ma siamo in Italia…
Caro Tozzi, premesso che tutte le opinioni sono rispettabili, negare che il voto delle Europee sia stato un vero e proprio plebiscito per Renzi e la sua politica è come affermare che l’acqua del mare non è salata. A lei l’ex sindaco non piacerà, ma a circa 12 milioni di italiani sì. Se ne faccia una ragione.
Caro Sassi,, come lei ben ricorda nella sua risposta, le elezioni sono state fatte per le europee e non per le nazionali. Comunque rimane il problema della legittimità di un parlamento che è stato eletto con una legge incostituzionale e che credo in nessuno Stato di diritto occidentale si permetterebbe di fare modifiche alla Costituzione. Lei ovviamente a questo non risponde. Peccato.
Io, tra la forma e la sostanza, preferisco la seconda. La prima – quella che invoca lei – serve solo a menare il can per l’aia
Lei chiama sostanza qualcosa che invece è principio puro, ovvero regole di una Costituzione. Ma comprendo la sua difficoltà. Stia sereno.