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Centrodestra: amarcord e lotta continua

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I quattro dell’Apocalisse: Marini, Ubertini, Fusco e Buzzi

I cavalieri dell’Apocalisse a confronto facevano meno paura. E soprattutto, non si occupavano di politica. Questi quattro invece si dilettano nella gestione della cosa pubblica da un pezzo. Ed ora, che si trovano dall’altra parte della staccionata (in minoranza) si possono permettere anche il lusso di giocarci. Di lanciare una sfida simbolica (fino ad un certo punto) al nemico. Alla maggioranza guidata da Leo Michelini. In una sorta di gara a chi ce l’ha più lungo che durerà fino alla fine del mandato in corso. Il poker destrorso porta i nome di Claudio Ubertini, Luigi Buzzi, Umberto Fusco e Giulio Marini. Ovverosia la vecchia guardia di palazzo dei Priori. Unita sotto le bandiere spezzatino di Forza e Fratelli d’Italia, Lega nord (ma anche centro e volendo pure sud), Ncd (assente giustificato il giovane Sabatini, di matrimonio, non suo).

In ballo c’è l’inaugurazione di via Genova. Ma che si tratti d’una scusa si capisce subito. Okay. Né Delli Iaconi, né la Saraconi, tantomeno Ciorba, Troili e chi per loro, si sono affacciati a benedire l’area fresca di restyling. Qui però il punto è un altro. E quel manifestino che gli apocalittici mostrano in apertura parla chiaro: “Grazie alle nostre idee ed ai nostri progetti cambia il volto di Viterbo”. Tolto quel fastidioso “ed” la traduzione è la seguente: “Le opere proseguono e nessuno ce ne da atto – attacca Ubertini – San Martino, viale Trento, questo tratto. È roba nostra”. E per roba (non cosa) nostra si pone l’attenzione sul Plus. Quel carretto di soldi beccato dall’Europa sotto la guida del Bandolero stanco e in fase di concretizzazione solo ora. “Han provato a cambiargli nome – sottolinea Buzzi – ora fanno finta di snobbarlo. Lo negano. Non ci siamo. E dispiace. Perché avrebbero dovuto proseguire sulla nostra strada. Invece si sono arenati”.

Tanto per rendere l’idea, del Plus fanno parte anche tutti i cantieri di valle Faul. “E stiamo indietro – tuona Marini – si affronta la cosa con superficialità. Se non chiudono entro un anno chi paga? I fondi arrivano solo dopo il taglio del nastro. Penso agli ascensori, la parte più delicata. Non se ne sa nulla. Regna un lassismo totale”.

E non finisce qui (come diceva Corrado). È passato ormai un anno dalle elezioni. E questi dispettosi qua stanno per buttare giù una sorta di primo bilancio. “A breve comunicheremo quanto non è stato fatto – chiude l’ex sindaco – e lanceremo una sfida. Vediamo chi a chiusura sarà stato più bravo a reperire soldi. A farsi finanziare da Regione ed Europa. Calcolatrice alla mano”.

Chiude Fusco, l’Umberto per l’Umberto, già consigliere. “Siamo impegnati fuori città – ricorda – ma non molliamo la presa. Osserviamo e riportiamo”.

La guerra fredda è partita insomma. E sa tanto di piccola rivincita. Di battibecco. Come quel manifesto minuto (giusto un 12 per 3) che verrà attaccato nel giro di poche ore. Buon divertimento.

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