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Ilco, capolavoro di una notte di prima estate

La squadra in festa al PalaLuiss

La squadra in festa al PalaLuiss

E venne una cosa meravigliosa. Nella prima sera d’estate, con le ragazze dalle gonne corte e i bimbi col gelato in mano che riempivano le città. Viterbo, piazza delle Erbe, come Roma, ponte Milvio. La Stella Azzurra che vince quella partita lì, la finale delle finali, e in casa del nemico, il PalaLuiss che per noi viterbesi – gente avvezza al basket da decenni, più dolori che gioie – pare soltanto una palestra di scuola. Gara tre: Ilco batte Luiss 73-72, e trombette e orgasmi, ce-ne-andiamo-in-serie-B.

Promozione fa rima con soddisfazione. Perché i guerrieri nostri ci hanno creduto fino alla fine, hanno ribaltato il fottuto fattore campo, e dopo avere sfiorato il colpaccio già in gara uno (vinta dai fighetti solo al supplementari), hanno pareggiato i conti nella seconda sfida al PalaMalè (questo sì che è un vero palazzo, gente) e poi ieri sera sono andati là, hanno visto, e hanno vinto. Sempre sul filo del rasoio, come si compete ad una serie di finale che si rispetti. Ma con le palle di uno spaccone alla Paul Newman.

E finisce così, tra tagli della retìna tra le linee nemiche, e coretti delle centinaia di tifosi accorsi a piazza Mancini, schivando venditori di rose e di euforia soltanto per sostenere la loro squadra. “Solo la s…, c’avete solo la s….”, è l’inno della vittoria che la meglio gioventù nostra tributa alle graziosissime pischelle universitarie in tribuna: sbollita la rabbia, ci possiamo anche vedere per un aperitivo. D’altronde, quando si parla di pallanestro, la Tuscia non è più provincia desolata, ma fiera e attrezzata avversaria anche d’aaa Capitale.

Sul parquet, i ragazzi con la stella sul petto hanno fatto un capolavoro. Avanti anche di 20 all’inizio della partita, al riposo lungo con 12 punti di vantaggio, hanno rischiato la remuntada nel finale. Ma una tripla di Tommaso Rossetti – barbetta fina, cervello pure – ha rimesso le cose a posto, regalando un successo storico non solo alla società, ma all’intero basket viterbese.

Coach Cipriani (al centro) al PalaMalè

Coach Cipriani (al centro) al PalaMalè

Già, quando si dice storico. Coach Fausto Cipriani arriva al PalaMalè mezzo sconvolto e mezzo in estasi,un Padre Pio in giubbotto di renna: “Siamo partiti come squadra sparuta in questi playoff, e invece li abbiamo giocati tutti a testa alta. Come le belle ragazze di una volta, bisognava andare a scoprire le nostre virtù. Chi le ha scoperte, ha visto…” E Cipriani se ne va, mentre lo spiazzo del PalaMalè è invaso dai tifosi con la maglia della stella, dalle macchine suonanti, dalla festa grande che non finisce qui. Ai più vecchi viene da pensare che lo stesso Cipriani guidò, vent’anni fa, la Libertas dalla C1 alla B2 e poi alla B d’eccellenza. Un vero e proprio santone, anche col suo carattere unico. Altri tempi, altri soldi (con la Sda come sponsor) ma alla fine gli stessi uomini. Uomini coraggiosi.

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