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Balotelli e Mineo: gli eroi del momento

Mario Balotelli

Mario Balotelli

Da un lato la vittoria calcistica dell’Italia contro l’Inghilterra. Dall’altro il dibattito infinito sulle riforme istituzionali. Direbbe Antonio Di Pietro: che c’azzeccano queste due cose messe insieme? Niente.

E invece c’azzeccano, eccome. Giacché l’evento pallonaro ha contribuito ancora una volta a unire ed esaltare gli abitanti dello Stivale, nel nome del dio Eupalla (come diceva il compianto Gianni Brera), facendo ritrovare loro quell’orgoglio nazionale che spesso, per altre cose, viene messo in un cassetto. Il secondo è invece l’ennesima dimostrazione dello scarso senso istituzionale della politica che, invece di fare le cose entro tempi decenti, così come oggi vorrebbe la gente, la tira per le lunghe a più non posso, magari con l’obiettivo gattopardesco di cambiare affinché non cambi nulla. Proprio come affermava Tomasi di Lampedusa.

In questo gioco dei paragoni val la pena di individuare i due eroi del momento.

Il primo: Mario Balotelli, sicuramente, autore del gol che ha dato la vittoria agli azzurri, ma anche – e questo è ciò che conta di più – una tantum irreprensibile nel suo comportamento in campo. Non uno sgarbo, non una protesta, non un gesto di insofferenza verso compagni, avversari o arbitro. Solo una piccola birichinata finale, a partita terminata, verso la telecamera con quel gesto che voleva dire: “Zitti, sono due”. Insomma, un Balotelli irriconoscibile che fa ben sperare per il prossimo futuro.

Corradino Mineo

Corradino Mineo

Il secondo: Corradino Mineo, assurto a difensore estremo della libertà di coscienza (o del “faccio come mi pare”, fate voi) quando in ballo ci sono decisioni da prendere che dovrebbero cambiare (in meglio, sia chiaro) l’assetto dello Stato, soprattutto al fine di garantire una maggiore stabilità e governabilità. Intendiamoci, nessuno pretende che in politica vinca il pensiero unico e che si porti il cervello all’ammasso. Questo sarebbe esiziale. Ma esistono (o meglio, dovrebbero esistere) regole all’interno di un partito secondo le quali le decisioni vanno comunque prese. Anche e soprattutto quelle più difficili. Se c’è l’unanimità meglio, altrimenti la maggioranza vince. Questa regoletta è alla base della democrazia, ed è l’esatto contrario dell’anarchia. Nel caso specifico poi, l’atteggiamento di Mineo è ancor più grave giacché a nessuno sfugge come quell’ormai strafamoso 40,8 per cento ottenuto dal Pd alle ultime europee altro non sia che la speranza degli italiani di veder attuata e portata a compimento l’azione del suo leader su tutto ciò che è stato illustrato e promesso in campagna elettorale.

Tornando al calcio. Se l’Italia andrà avanti nel mondiale brasiliano, nei prossimi giorni assisteremo sicuramente a manifestazioni di giubilo in tutte le piazze dello Stivale con tifosi e non tifosi “tutti d’un sentimento”. Sarebbe cosa buona e giusta che lo stesso avvenisse sulle questioni istituzionali, per far capire a chi non vuol proprio capire che nel calcio e in politica oggi è il risultato finale quello che conta.

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