Gira con la faccia soddisfatta e col termometro in tasca parcheggiato vicino a medicinali vari scaccia-alte-temperature. Stanco morto. Ma soddisfatto come non mai. La sua creatura (sua e di tantissimi altri che poi verranno fuori in seguito) sta registrando numeri di tutto rispetto.
Cinquemila persone hanno già assaggiato il decimo Festival del volontariato. Ma durante questo fine settimana la cifra è destinata a raddoppiare. E lui sorride, tra telefonate e ultimi ragguagli del caso. il consigliere comunale Marco Ciorba s’è fatto veramente in quattro, per quella che, senza infamia e senza lode, definisce “la manifestazione della città ideata per la città”. E come dargli torto, giacché la grande macchina ha inglobato più di sessanta associazioni. Tutte locali. Capaci di riempire giornate intere dallo scorso 3 maggio fino a domani. Poi si traccerà una piacevole linea. Quella composta da complimenti, esperienze, numeri (si, ancora loro), cose da migliorare e magari anche un po’ di meritato riposo.
“Viterbo ha risposto alla grande – confessa – senza escludere nessuno. Commercianti, associazioni, privati, curiosi, gente arrivata per caso come Paolo Coccari, che poi è uno dei maestri internazionali del volontariato. Non solo, ringrazio anche l’amministrazione. Sia maggioranza che minoranza. Penso a Moricoli. Ma anche alla Frontini. Veramente gente piacevolissima con la quale cooperare. Abbiamo sperimentato con successo il concetto di rete”.
Una trama fittissima legata dalla sensibilità. Che ha voluto coinvolgere in primis i bambini. Per arrivar fino agli anziani. “Lo stadio Rocchi ci ha riempito il cuore – prosegue – per non parlare dell’esibizione teatrale attraverso il linguaggio dei segni. E poi c’è la cena di stasera, cucinata dai ragazzi di Juppiter e Galiana, con quelli del Comune e i Facchini a servire ai tavoli i prodotti di Zootecnica e Coldiretti. Padelle, pentole ed esperienza invece provengono dal comitato festeggiamenti di Pianoscarano. Insomma, non saprei mettere in cima nulla. Perché ogni singola cosa ha tirato acqua allo stesso molino”.
Un battesimo coi fiocchi, si direbbe. “Un’idea partita da buone radici preesistenti – spiega – ampliata nei contenuti e nei modi. Le visite mediche gratuite di stamani sono un chiaro esempio di quanto appena detto”. E la ciliegina sulla torta è l’innesto della “Città a colori”, quella di Viterbo con amore, inserita nel contenitore. “Come non collaborare con loro? – chiude – queste persone sono indispensabili e operano in loco con competenze e professionalità da una vita. Se lo scopo era quello di far conoscere il volontariato, ci siamo pienamente riusciti”. E l’edizione numero undici pare tanto lontana, ma a conti fatti sta dietro l’angolo. Giusto il tempo di riposarci sopra qualche ora.