Il più salace: “Nel giorno di Sant’Orsola vergine, giovedì 21 ottobre 1982, dott. Giulio Andreotti, deputato al Parlamento per il partito di maggioranza relativa, sarà a Viterbo per: inaugurare alcuni locali nuovi della Cassa di Risparmio; partecipare a un convegno per la CCIAA; presiedere la vertenza commercio; e infine alle ore 17,30, nella sala Regia di palazzo dei Priori, relazionare “Egidio e il suo tempo”. O come presidente della commissione Esteri della Camera dei deputati non ha da fare niente, oppure, poliforme com’è, riesce a fare il suo dovere e soddisfare contemporaneamente la libido dei democristiani viterbesi”. Ma poi ci sono anche gli altri: da “Craxi ha sempre ragione”, a “E’ morto Ferruccio Parri. Le lacrime dei coccodrilli politici non faranno dimenticare le bassezze con le quali tutti resero CORTO il suo ALTO magistero”. Da “Luigi Boccadoro parte, rimane lo stupro della sala del Conclave”, ad “Assassinio nella Cattedrale”.
Erano i manifesti del tipografo, ma soprattutto libero pensatore, Sauro Sorbini. In un certo qual senso – è stato ricordato ieri mattina – antesignano di Twitter. Lui, giacché le tecnologie all’epoca non erano così avanzate, i cinguettii li stampava con l’inchiostro e, dopo aver regolarmente pagato la tassa di affissione comunale, li affiggeva in giro per la città.
Oggi, alcuni di quei manifesti, sono esposti in una mostra da non perdere, allestita all’interno dello stabilimento Union Printing, insieme ad alcune foto storiche e ad altri elementi determinanti della sua vita di rivoluzionario integerrimo.
Facendo un po’ il verso a Dante Alighieri ieri mattina don Gianni Caparrelli, che di Sauro Sorbini fu grande amico, dopo aver ricordato che – quando già era malato – un giorno gli disse: “Tanto non riuscirai a farmi il funerale in chiesa”, s’è posto il quesito di dove collocare la sua anima: “In Paradiso? Lui non avrebbe voluto. All’Inferno? Lì non ce lo metto io”. E Mauro Goletti ha ripercorso le tappe di un’altra passione di Sauro, il rugby, attraverso peripezie di ogni tipo, vittorie, sconfitte, ma soprattutto tanta spontaneità e tanta amicizia (a proposito: in mostra c’è uno stupendo manifesto anti-Maradona dopo il famoso gol di mano ai Mondiali del 1986).
Proprio ieri il gruppo consiliare di Viva Viterbo ha proposto di intitolargli una via o una piazza. Il sindaco faccia presto. Perché Sauro Sorbini è un patrimonio di tutta Viterbo.