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Old Rugby: il loro forte è il terzo tempo

old rugby (2)Se non ti sei operato almeno una volta non puoi essere uno di loro. E questa è la prima regola. Seconda: nei tornei estivi si parte un anno con le mogli ma il successivo senza. Tre (forse l’unico punto serio): l’esperienza accumulata nel tempo deve essere necessariamente trasmessa ai ragazzi. Sennò che senso avrebbe rischiare le ossa ogni sacrosanta settimana?

Con questo spirito, e con un giro vita talvolta giulian-ferraresco, da sei anni sopravvive l’Old rugby Viterbo. Una ssd (società sportiva dilettantistica) formata da veterani, da reduci, da pazzi scatenati, che dopo le 42 primavera vogliono ancora affrontare l’erbetta. La mischia. E tutte quelle strane cose che riguardano il pianeta ovale.

“Soprattutto il terzo tempo – confessa il presidente Ugo Natalini – laddove non ci batte nessuno”. E per quanti non sapessero di cosa si tratti basta chiedere al ristoratore di Foligno. Arresosi all’evidenza una volta terminate le scorte di vino. “È un momento di grande socializzazione – prosegue – ti prendi a pizze in campo, anche se poi nella nostra categoria non c’è risultato finale, né classifica. E poi mangi insieme. A tavola arriviamo sempre primi”.

Strani questi “vecchi”. Gente insolita. Che non molla. Che ha ancora voglia di sputare sangue (nel vero senso della parola), anche se poi ognuno il lunedì mattina torna alla propria attività. “Siamo tutti incapsulati – aggiunge ridendo – Ma questo non è uno sport, è una malattia. Basti pensare che nel gruppo, che di media si aggira dai 45 ai 53 anni, si trovano pure un paio di elementi che hanno superato i sessanta”. E, come direbbe quello in gergo tecnico, je regge la pompa? “Ci alleniamo – spiega – e colmiamo i problemini vari con il bagaglio accumulato. E poi ne vale la pena soltanto per quelle puntate lontane che fanno spirito. Barcellona, Monaco, Praga. Esperienze incredibili”.
Non solo. Oltre alla spensieratezza, all’aspetto sociale, e a quel senso di fanciullezza da difendere coi denti, l’Old per tre volte ha già toccato progetti di beneficenza. “Facciamo il calendario – annuncia e sorride – con foto memorabili e ironiche. Chi lo conosce sa bene quanto ci siamo spinti in là. I risultati però parlano chiaro: quasi diecimila euro raccolti. Non ci si può più fermare”.
E questa è l’Old rugby Viterbo, signori. Collante universale tra chi si affaccia e chi vuol mollare la palla ovale. I nonni della meta. Sporchi. Con tutte le dita storte. Maschi fuori. Ma teneri come bimbi dentro. In pratica una squadra di Tronky.

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