La riapertura della sala d’aspetto della stazione ferroviaria di Grotte Santo Stefano, opportunamente rinnovata, è stato uno degli eventi clou della stagione mondana di Viterbo. Se ne parlava da mesi, e l’attesa era cresciuta mano a mano che la data s’avvicinava. Le signore tutte a domandarsi quale cappellino mettersi, gli uomini indecisi tra il tight e frac. Macchinoni con chauffeur noleggiati da tempo. Cronisti mondani in agguato.
Finalmente, domenica scorsa, mentre Grotte era avvolta dai festeggiamenti in onore della Madonna del Traforo (il Traforo del San Gottardo?), ecco la cerimonia del taglio del nastro. “E’ stato un bel momento – ha raccontato il vice sindaco Ciambella -: un momento particolarmente atteso, soprattutto dagli oltre duecento pendolari che ogni giorno attendono alla stazione di Grotte il treno per raggiungere il posto di lavoro. Un’attesa che da circa vent’anni, purtroppo, avveniva all’esterno, nonostante le varie sollecitazioni, anche attraverso petizioni popolari come la raccolta di firme, per richiedere la sistemazione e la riapertura della sala. Finalmente ora la stazione ferroviaria di Grotte Santo Stefano ha di nuovo una sala d’attesa, funzionale e sorvegliata, grazie a un sistema automatizzato di apertura e chiusura e l’istallazione di telecamere sia esterne che interne allo spazio”.
Ma non è questo il punto, purtroppo. C’è sempre qualcuno che deve rovinare questo momento di giubilo che rappresenta anche una data importante nella storia dell’umanità. Come quelli che tuttora insistono che lo sbarco sulla Luna non sia mai avvenuto, che l’America l’abbiano scoperta dei rozzi vichinghi, o che la prima edizione del Grande Fratello l’avrebbe dovuta vincere ‘O Guerriero Taricone invece di una bagnina bresciana di dubbia moralità. Lo scomodo ruolo tocca a Elpidio Micci. Come chi? Il consigliere di minoranza che viene proprio da Grotte Santo Stefano. Che attacca così: “Una vera vergogna, un ennesimo episodio di grave mancanza di rispetto”. Di cosa parliamo, dell’omicidio Moro? Dei vitalizi ai parlamentari? Delle baby squillo dei Parioli? No, sempre della sala d’aspetto della stazione grottana. E Micci butta giù una trentina di righe per spiegare che il merito di questa riapertura era (è) di quelli che c’erano prima, cioè lui, cioè l’ex sindaco Marini. Ma il vero scandalo è un altro: “Nessun invito all’inaugurazione di domenica è giunto da parte del Comune di Viterbo a me o all’ex sindaco Giulio Marini, né ho letto di alcuna menzione al lavoro da noi svolto in precedenza da parte del vice sindaco Ciambella, seppur prodigo di tanti ringraziamenti in occasione del taglio del nastro”.
Resta un’ultima, terribile domanda: se Micci fosse stato invitato al mega party ferroviario, avrebbe comunque attaccato così violentemente la vicesindaco Ciambella e tutta la giunta Michelini? Nel dubbio, la prossima volta invitatelo.