Villa Lante, nel cuore del pomeriggio viterbese del ministro dei Beni artistici e culturali Dario Franceschini. Dialogo rubato tra lo stesso numero uno della cultura in Italia e la dirigente responsabile del gioiello di Bagnaia: “Eravate aperti per la Notte dei Musei?”. Risposta della dottoressa Farina, triste, solitaria y final: “No”. Bastarebbe questo per raccontare la visita di Franceschini a Viterbo, per far capire quanto ci sia ancora da fare in città. Ma è meglio cominciare dall’inizio.
Da quando alle tre e venti di pomeriggio, puntualissimo, arriva Dario Franceschini, in una piazza del Plebiscito in versione un salotto, senza parcheggio selvaggio e senza umanità varia (a parte giornalisti e forze dell’ordine, s’intende). Palazzo dei priori è un fortino: i commessi, i dipendenti comunali e persino gli assessori sono soldati tirati a lucido e incravattati. Un’accoglienza perfetta, un servizio d’ordine impeccabile, e la bella figura è assicurata. Per il resto, bisognerà vedere nelle prossime puntate.
Già, perché l’amministrazione Michelini ha spiegato, illustrato, proposto e argomentato. E il ministro? Ha ascoltato, ha interloquito con molta disponibilità, ma sui soldi nessuna concessione, solo qualche promessa.
Prima tappa, in Comune. Franceschini in Bmw con scorta e Giuseppe Fioroni al seguito. Il sindaco e il prefetto a salutarlo. Si sale su, passando dal giardino, e si chiudono le porte. Qualche minuto di incontro privato. Poi viene fatta entrare la stampa. In sala Aurora ci sono i pannelli del progetto viterbese per Destinazione Italia (il piano del ministero Affari regionali con in palio 500 milioni di euro per i capoluoghi, a botte di 5 milioni l’uno): si tratta di un mastodontico impianto di ristrtturazione delle mura (comprando anche le proprietà private) e delle zone circostanti, da piazza Crispi alle Fortezze fino a Valle Faul. “Perché le mura sono il simbolo della città, rappresentano la nostra identità. E Viterbo può essere un gioiello nel sistema Italia. Noi ci crediamo”. Gli assessori Ricci e Saraconi spiegano i dettagli, in base alle rispettive competenze. E la sora Lella dà l’unica notizia vera della giornata: “Entro giugno contiamo di riaprire il museo civico”. Fosse che fosse la volta buona.
Franceschini ascolta, annuisce. Promette di metterci una buona parola con Carmela Lanzetta, la calabrese ministra degli Affari regionali: “Come ministero possiamo consigliare un progetto che riteniamo valido. E questo di Viterbo lo è – dice – Bisogna avere la consapevolezza di quello che sta succedendo su scala mondiale: milioni di nuovi turisti vogliono visitare l’Italia, dove la bellezza è sparsa dappertutto. E come italiani dobbiamo essere pronti. Il decreto sulla cultura e turismo offre parecchie opportunità, sia aprendo alle donazioni dei privati, con relative detrazioni fiscali del 65 per cento in tre anni, sia per le assunzioni di giovani professionisti, laureati che potranno lavorare qui invece di andare a fare i camerieri a Londra”. E che al ministro sia garbata l’idea viterbese si capisce anche da un dettaglio: “Quando ero un giovane consigliere comunale di opposizione a Ferrara, diciamo ai tempi in cui Beppe (Fioroni, ndr) era un giovane sindaco qui, feci una battaglia insieme alla maggioranza del mio Comune per riqualificare le mura ferraresi. Era la fine degli anni Ottanta: oggi quelle mura sono un luogo vissuto ogni giorno dai miei concittadini, vanno in bici, passeggiano, portano i bimbi a giocare”. Chissà che un domani, anche da queste parti…
Segue incontro con le associazioni e le realtà culturali in sala Regia, con proiezione di un video che promuove la creazione di un brand cittadino che valorizzi le eccellenze nostrane, da quelle antiche (etrusco romane, medievali rinascimentali) a quelle di oggi (enogastronomia, terme). Chi ha l’idea migliore per ogni settore vince 15mila euro.
Poi si va a Bagnaia, codazzo al seguito. A Villa Lante, l’esempio concreto di quanta strada ancora ci sia da fare quando si parla di cultura a Viterbo. Del dialogo surreale abbiamo già detto. Aggiungiamo che se la Villa è rimasta chiusa nella Notte dei Musei (successo clamoroso in tutta Italia), come nel pomeriggio del primo maggio, come probabilmente (novanta per cento di possibilità) lunedì prossimo per la festa della Repubblica, la causa va ricercata nell’impossibilità dello stesso ministero nel pagare gli straordinari ai dipendenti. In questo senso, anche la presenza del ministro ha risolto poco. Franceschini ufficialmente ha invitato il Comune ad accedere al bando nazionale previsto per ville e giardini, utile per realizzare il circuito che ha in mente palazzo dei Priori. Quello cioè di unire Villa Lante al parco dei Mostri di Bomarzo a palazzo Farnese a Caprarola e palazzo Ruspoli a Vignanello. Nessuna risposta operativa alla proposta (ragionevole) della vicesindaco Ciambella di coinvolgere lavoratori giovani e neolaureati da pagare ad ora per garantire l’apertura della Villa nei giorni a rischio. Insomma: tanti complimenti, tutto molto bello qui (grazie: lo sapevamo) ma da Franceschini nessun atto ufficiale. A meno che non sia andato a buon fine quell’incontro privato che lo stesso ministro avrebbe (il condizionale è d’obbligo) avuto tra una visita e l’altra. Incrociamo le dita, non resta che questo.