Dall’inizio della crisi sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013. E’quanto emerge da una analisi della Coldiretti per sottolineare l’importanza della decisione annunciata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha accolto la richiesta presentata dal presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo di togliere il segreto e di rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero, anche per combattere inganni e sofisticazioni.
Come Coldiretti siamo orgogliosi di aver avuto l’ascolto del Ministro Lorenzin alla richiesta del nostro presidente nazionale Moncalvo di togliere il segreto sulle materie prime usate. Gli ottimi risultati dell’attività dei Nas confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza.
In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. L’Italia è anche il più grande importatore mondiale di olio di oliva nonostante una produzione nazionale di alta qualità che raggiunge quota 480mila tonnellate. Le importazioni di olio dell’Italia superano la produzione nazionale e sono rappresentate per il 30 per cento da prodotti ottenuti da procedimenti di estrazione non naturali (olio di sansa, olio lampante e olio raffinato) destinati alla lavorazione industriale in Italia.
In pratica la qualità del nostro olio viene “contaminata” dalle importazioni e in media la metà dell’olio di oliva consumato in Italia proviene da olive straniere, ma l’etichetta di provenienza che per questo prodotto è obbligatoria risulta di fatto non leggibile perché scritta in caratteri minuscoli posizionati nel retro della bottiglia mentre si fa largo uso di immagini e nomi che richiamano all’italianità. Per questo è importante scegliere l’olio delle nostre terre, affidandosi agli agricoltori del viterbese che vendono i loro prodotti nelle botteghe e nei mercati di Campagna Amica, che, da questo mese, nella città di Viterbo si tengono due volte a settimana in due punti diversi, il sabato mattina in viale Francesco Baracca e il mercoledì mattina in largo Benedetto Croce.