E’ stato presentato a Roma presso la sede del Cnr lo studio Sepias (Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica), finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del programma per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Detto studio-documento si aggiunge ai precedenti, quali l’indagine epidemiologica della Regione Lazio, studi dell’Istituto superiore di Sanità, dati Istat sulle cause di mortalità, studi dell’Università La Sapienza e Università Roma Tre ed altri ancora di Enti statali e di studiosi privati che riguardano il viterbese ed in particolare il comprensorio dei monti Cimini. Sono tutti studi che avrebbero dovuto e dovrebbero far riflettere ed allarmare istituzioni, amministratori locali e cittadini.
Nonostante tutto ciò, c’è chi ancora non capisce o fa finta di non capire, perché è meglio non vedere, la realtà drammatica; c’è , poi, chi sostiene la tesi che nascondendo la verità sia possibile evitare presunti danni economici e allora tenta di insabbiare, non informa correttamente la popolazione e denigra chi pretende il rispetto dei diritti e prima di tutti quello alla salute.
La sottovalutazione è stata la prassi; stessa cosa si è verificata in quasi tutti i paesi del viterbese e in particolare nei paesi del comprensorio dei Cimini, dove per la gravità della situazione igienico sanitaria, si sarebbero dovute prendere iniziative serie e drastiche.
In questi, infatti, assieme all’arsenico, che come dimostrano gli studi scientifici e l’ultimo studio del Cnr è cancerogeno, dannoso alla salute, addirittura al Dna , è stata distribuita acqua non potabile (pagata profumatamente, come potabile) contenente altri veleni, fra cui la microcistina dell’alga rossa anch’essa cancerogena, provocando anche l’effetto cocktails.
Tutto ciò avrebbe dovuto far riflettere. Ma anziché fermare la captazione dell’acqua dal lago di Vico, fino a quando le sue acque non saranno risanate, sia Ronciglione che Caprarola hanno continuato e intendono continuare a dare a bere quest’acqua ai cittadini. Tutto ciò è un’assurdità.
Forse è proprio a causa della sottovalutazione della drammaticità, che c’è chi ritiene possibile elevare per legge i parametri della microcistina della planthotrix rubescens ammessi nell’acqua potabile? Verrà distribuita allora acqua definita potabile per legge? Non è stata forse fatta, colpevolmente, la stessa cosa richiedendo le continue deroghe per l’acqua all’arsenico? Si taciteranno così le loro coscienze?
Nella vicenda dell’acqua potabile e del lago di Vico, per il quale continua inesorabile l’inquinamento, dato che l’apporto di nutrienti e di veleni non è diminuito, si inseriscono personaggi che cercano di nascondere la verità, dimostrata scientificamente, per nascondere le responsabilità passate e presenti.
C’è infine chi erroneamente scambia la salubrità delle acque del lago con la balneabilità, forse per ingiustificabile ignoranza. Parla anche di gufi, corvi e diffamatori, senza provare vergogna. Le affermazioni di questo tipo, dimostrano l’asservimento ai poteri, la malafede di chi le scrive e il tentativo di difendere le responsabilità passate e presenti di amministratori colpevoli di aver nascosto e di nascondere la realtà.
Di chi è infatti il compito di informare correttamente i cittadini, se non di giornalisti seri, delle amministrazioni e degli enti preposti alla salute?
Se si fosse fatto, tutti saprebbero che la balneabilità viene stabilita in base ad analisi che verificano soltanto che le acque non siano inquinate batteriologicamente e purtroppo non vengono effettuate ricerche delle sostanze chimiche. La legge italiana stabilisce, paradossalmente, che è possibile bagnarsi anche dove l’acqua è insalubre o contenente veleni, purché non sia inquinata batteriologicamente.
Dobbiamo, allora, smascherare le persone in malafede ed invitare gli amministratori a non pensare a breve termine, solo agli effimeri (come dimostrano gli sconvolgimenti della natura) interessi economici, convincerli sulla necessità di promuovere la prevenzione sanitaria e affrontare i gravi problemi della salute e dell’ambiente, senza nasconderli.
Prima o poi i problemi messi sotto la sabbia riaffiorano, e, con maggiore gravità. Gli studi scientifici sulle cause di mortalità lo dimostrano.