Grazie Francigena. Grazie per aver accolto la segnalazione e per aver messo una pezza ad una situazione che non faceva onore alla città di Viterbo, e alla sua immagine. Grazie per aver fatto in modo che ai forestieri che passano di qui (ma anche a tanti viterbesi sensibili) resti un bel ricordo dell’accoglienza e dei servizi di questa città.
L’antefatto – raccontato da Viterbopost – risale al venerdì prima di Pasqua, quando una mamma con figlio disabile era rimasta “intrappolata” all’interno del parcheggio di piazza del Sacrario – quello a pagamento e gestito dalla società partecipata del Comune – a causa di annunci poco chiari e leggibili sulle procedure da attivare proprio per le auto dei disabili, munite di regolare contrassegno. Utenti che non pagano la tariffa oraria di sosta del posteggio (come spiegato tra l’altro anche sul sito della Francigena), ma che però spesso non lo sanno, o non sanno come uscire dagli stalli senza appunto essere costretti a pagare per far sollevare la sbarra automatica dell’uscita. Colpa della mancanza di informazioni, o poco chiare o totalmente assenti. Tanto che quella signora, dopo attimi di smarrimento e di indignazione, aveva dovuto pagare la tariffa (otto euro per otto ore di sosta) per ottenere il biglietto d’uscita nella speranza poi di essere risarcita dalla stessa società. Un procedimento tortuoso – e scomodo per chi a Viterbo è soltanto di passaggio, vedi i turisti che in questi ultimi giorni hanno affollato la città – che però si sarebbe potuto risolvere con un pizzico di buonsenso.
Quel buonsenso che la Francigena ha dimostrato di possedere, con dei riflessi di reattività che farebbero invidia ad un Usain Bolt sui blocchi di partenza. Da qualche giorno infatti dei fogli fotocopiati con tutte le istruzioni del caso per i disabili (compresi i numeri di telefono da chiamare, 24 ore su 24 per farsi aprire i cancelli), sono stati affissi ad ogni ingresso delle auto. Un gesto che non è costato nulla alla società, ma che ora rende molto a livello di civiltà. Un piccolo (o grande) passo avanti per l’immagine di Viterbo e dei suoi servizi: spesso per non restare intrappolati basta liberare il cervello, e la forza di volontà. Basta poco.