Nella riorganizzazione della sanità del viterbese, è sembrato importante che l’attenzione fosse anche per quei cittadini che vivono ai confini, ai margini di una provincia vasta come quella di Viterbo. Da qui la proposta avanzata alla Asl e alla Regione che i comuni della Teverina confinanti con Orvieto, si possano recare al pronto soccorso d’Orvieto attivando una convenzioni con le due regioni , ma con una precisa indicazione da dare al 118, visto che al momento gli operatori dello stesso servizio, sono obbligati ad utilizzare strutture della stessa Regione, quindi Viterbo, con una distanza di oltre 50 chilometri0.
Di pari passo si sta concretizzando il progetto della sanità laziale, mettendo in primo piano, più volte sostenuto dal presidente Zingaretti, la “ Casa della Salute”, un sevizio di prossimità vicino alle esigenze del cittadino. Nel territorio viterbese l’atto aziendale prevedeva di iniziare su tre punti: Ronciglione, Montefiascone, Acquapendente.
In verità è un progetto questo che la Cgil ha sempre apprezzato; l’idea di vicinanza nel momento di essere curati ed accuditi dal servizio socio sanitario, che però nella fase di partenza presenta alcune criticità e carenze.
La criticità che abbiamo sempre espresso in più occasioni, è quella che presenta l’area dell’Aquesiano e l’ex ospedale che dovrebbe appunto essere trasformato in Casa della salute, nella quale non è previsto il pronto soccorso, cioè l’accoglienza per le fasi di emergenza. E’ qui che riteniamo ci sia una difficoltà nel condividere questa trasformazione, vista la distanza dal primo luogo attrezzato per il pronto soccorso.
Le dichiarazioni della ministra per la salute Beatrice Lorenzin hanno avvalorato e sostenuto le perplessità, che noi abbiamo da sempre espresso, dichiarando pubblicamente che si può superare il decreto 80 della giunta Polverini, e trasformare quindi Acquapendente insieme ad Amatrice e Subiaco in ospedali montani. Anche questa fu proposta al tempo, nel 2010 dal sindaco di Acquapendente e dalla.Cgil, ma non fu accolta e affondò tutto nel nulla.
Adesso si apre un altro scenario che è quello appunto di capire quanto la ministra Lorenzin voglia dar corso a quanto dichiarato, e quanto il Governo si impegnerà con la Regione in termini di risorse, visto che gli ospedali montani hanno le caratteristiche, appunto di un ospedale, con tutto quanto è previsto per tali strutture. Noi auspichiamo che ciò sia possibile, giacché risolverebbe un bel problema a quell’area del Viterbese, considerando che oltre la distanza è penalizzata da anni, da una infrastruttura stradale pericolosa e dissestata. Su questo punto è quindi necessario riaprire una discussione in un tavolo programmato dalla Regione e dalla Asl.
Ad Acquapendente l’ospedale montano
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