Di Francesco Battistoni, o di un rientro in grande stile. Il rientro sulla scena politica, fresco fresco: ieri è stato nominato vicecoordinatore regionale di Forza Italia. Sopra di lui, solo il coordinatore Claudio Fazzone, potentissimo senatore pontino. A lui si deve l’investitura di Battistoni, insieme alla nomina dei vicecoordinatori provinciali (per la Tuscia ecco un altro rientro, quello di Enrico Contardo). E dire che Battistoni, dopo aver scoperchiato meritoriamente – da capogruppo del Pdl in consiglio regionale – il vaso sullo scandalo Fiorito, era rimasto ai margini del panorama politico. Limitandosi ad osservare i comportamenti della varia fauna che s’agitava nell’agone (o nel pollaio), e ogni tanto buttando là qualche dichiarazione sibillina, e qualche sorprendente apparizione persino agli incontri dell’altra parte, il Pd. Tipo all’inizio di marzo, quando fece un salto all’hotel Salus, dove il presidente della Regione Zingaretti raccontava le meraviglie del suo primo anno di Governo. Era solo curiosità, evidentemente.
Oggi Battistoni è soddisfatto, ma con giudizio. “Sono contento per questo incarico – dice rispondendo ad un telefono comprensibilmente bollente, pochi minuti dopo la notizia – che accetto con grande responsabilità. Mi rimbocco le maniche per cercare di far raggiungere il massimo al partito nei prossimi appuntamenti elettorali (europee e amministrative del 25 maggio, ndr). Un impegno importante, che svolgerò naturalmente in tutta la regione e non solo a Viterbo”. E buon lavoro, visto che i sondaggi danno il partito di Silvio in difficoltà, con lo spettro della soglia del 20 per cento che alimenta – almeno a livello nazionale – più di una preoccupazione.
Ma poi viene quasi naturale andare a sfruculiare anche Giulio Marini, il Grande Avversario di Battistoni dopo averne condiviso l’elettrizzante esperienza della fondazione della prima Forza Italia, vent’anni fa. Marini sta al gioco, e non cade nelle provocazioni: “A livello personale sono felice per Francesco – dice Marini, colto mentre è in viaggio per Roma proprio per rispondere alla convocazione di Fazzone – al quale auguro buon lavoro anche se gli spetta un compito arduo, perché siamo in campagna elettorale. A livello politico sono molto perplesso. E non discuto le persone, ma il metodo con cui sono state fatte queste nomine. Perché a leggere quello che diceva il coordinatore, c’erano da aspettarsi delle scelte diverse. Non credo che questo sistema sia gratificante per i militanti di Forza Italia. Si rischia di far passare il messaggio che chi minaccia di uscire dal partito venga immediatamente rabbonito con un incarico di vertice. Poi, certo ci può stare tutto: di nomine, nella mia vita politica, ne ho viste tante…” A partire da quella che, quattordici anni fa, portò lo stesso Marini (appena sfiduciato da presidente della Provincia) a diventare vicecoordinatore regionale di Forza Italia: sulla poltrona in cui da ieri siede Battistoni, insomma.
Corsi e ricorsi. Di certo Battistoni e Marini dovranno trovare il modo per collaborare. Perché le elezioni sono alle porte, e il risultato è quello che conta. Come diceva il vecchio Trap. E state bboni, come diceva il vecchio Maurizio Costanzo.