“Un anno fa” o “Un anno, fa”. Il problema è la virgola, e l’uso che se ne fa. Per l’incontro di ieri col presidente della Regione Nicola Zingaretti, per fare un bilancio dei primi dodici mesi di amministrazione, si usano entrambe le versioni. La prima sa tanto di “quanta acqua è passata sotto i ponti, siamo tutti un po’ vecchi e stanchi”, mentre la seconda è più operativa, della serie: un anno, fa, un anno je fa, un anno serve.
Così il governatore prosegue nel suo tour in giro per il Lazio a rivendicare i suoi successi, le sue riforme, i dati di fatto già acquisiti in questo periodo di governo. Nella sala dell’hotel Salus c’è gente, la solita gente, benché l’evento sia stato presentato come “assemblea pubblica”. Invece, le solite facce, magari anche meno di quelle presenti l’altro giorno all’incontro con Massimo D’Alema in sala Regia. Il che è tutto dire.
Chi si aspettava risposte chiare e definitive da parte del fratello del commissario Montalbano, deve ricredersi presto. Questo è un incontro autocelebrativo, e non solo perché tutto appare preparato, messa cantata e accompagnata dalle slides che scorrono sul maxischermo e che fanno molto Renzi. Zingaretti ripete le sue vittorie – che comunque ci sono state – e se non fosse stato per gli interventi in apertura di alcuni sindaci della Tuscia e dei due consiglieri regionali di maggioranza, Valentini e Panunzi (specie quest’ultimo, molto ficcante nelle richieste), forse il governatore avrebbe colto la palla al balzo e non avrebbe neanche affrontato certi temi caldi.
E invece, dopo un lungo preambolo sulle riforme economiche della giunta Zingaretti, che “porteranno il bilancio in attivo nel 2016 e che ci consentiranno di affrontare i problemi cruciali del lavoro, dello sviluppo e della ripresa”, e dopo gli ovvi riferimenti “alla gravità della situazione ereditata”, e alla forza “di aver costruito un centrosinistra unito, solidale e combattivo”, qualcosa Nick dice.
Sui rifiuti da Roma, per esempio, tema sollevato – seppure con la cautela istituzionale del caso – dal sindaco Michelini: “Comprendo il suo intervento – ha replicato Zingaretti – Ma dovete considerare che ci siamo trovati in un’emergenza completa, con la chiusura una dietro l’altra delle discariche di Malagrotta, Bracciano e Guidonia. E settantuno comuni della regione che si sono trovati improvvisamente in mezzo alla strada. Eppure, in tutto questo, siamo riusciti a portare al 100 per cento i rifiuti trattati, quando fino al maggio scorso erano solo il 40 per cento”. Della serie: non appena l’emergenza finirà anche Viterbo potrebbe tornare ad una dimensione normale di conferimenti.
Per blandire un po’ la platea, Zingaretti ricorda comunque che la sua amministrazione ha portato 110 milioni di liquidità ai Comuni viterbesi, che aspettavano i trasferimenti dalla Regione “da mille giorni. E presto arriverà anche una seconda tranche”.
E la sanità? La premessa è d’obbligo: “Il Lazio è commisionariato da nove anni, perciò il settore è a sovranità limitata. E il piano di rientro previsto ha parecchi limiti, visto che affronta solo l’aspetto finanziario della vicenda. Eppure la nostra sfida è di riportare i conti in ordine e di rinnovare il sistema sanitario. Il caso di Viterbo è lampante: è stato penalizzato dalla creazione delle macroaree, che hanno avvantaggiato solo Roma, punendo le province e facendo chiudere gli ospedali. Noi abbiamo subito abolito le macroaree, e insieme abbiamo scelto di potenziare Belcolle e la rete socio-sanitaria che lo circorda. Senza dimenticare le case della salute, che non sono un ospedale, che costano infinitamente di meno ma che possono servire i cittadini altrettanto bene”.
E la trasversale? E l’arsenico nell’acqua? Sulla prima, meglio sperare nei “3.3 miliardi di euro in arrivo dai piani di sviluppo europei, anche per le infrastutture”. E i secondi? “Di certo i 36 milioni per i dearsenificatori sono stati tolti ad un’altra voce di bilancio”. Per ora Viterbo deve accontentarsi. Nel giorno in cui la Regione ha dato 20 milioni di euro a Rieti per il lavoro.
Un anno fa: si stava meglio o si stava peggio? Questione di virgole.
C’erano le slide, non le risposte ai problemi
di Andrea Arena
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