E’ stato presentato il disegno di legge governativo recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014)” che a breve sarà discusso in commissione Ambiente.
All’interno del disegno è stato introdotto l’art. 29 (combustione controllata di materiale vegetale) con cui finalmente il Ministero pone rimedio a quanto previsto dall’art. 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006 in materia di bruciature di paglie, sfalci e potature. Come noto infatti, tale articolo prevede che “la combustione in pieno campo dei residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale si configura quale illecito smaltimento di rifiuti, sanzionabile penalmente”.
Nel settembre 2013 è stata approvata in commissione ambiente una risoluzione che impegnava il Governo “ad assumere iniziative normative, anche urgenti, nel quadro delle normative europee, al fine di escludere le piccole attività agricole delle aree montane o svantaggiate dall’applicazione della normativa sui rifiuti” che, pur rappresentando un passo avanti, non costituiva la soluzione definitiva.
Finalmente arriva il disegno di legge che aspettavamo. L’articolo 29 in esso contenuto rappresenta una soluzione per tutte le aziende agricole che fino ad oggi erano impossibilitate a trasportare, rimuovere e bruciare le paglie, gli sfalci e i residui di potatura. Grazie a questa norma, rispettando la condizionalità prevista nell’ambito della politica agricola comunitaria, viene demandata ai Comuni la possibilità di individuare i luoghi, i periodi e gli orari in cui è consentita la combustione controllata, sul sito di produzione dei suddetti materiali vegetali, in quantità definite.
Ritengo che debbano essere messe in atto tutte le pratiche che permettano il riutilizzo del materiale vegetale, come del resto previsto da una corretta pratica agronomica, poiché lo stesso rappresenta, come noto, un reintegro della sostanza organica a beneficio della fertilità dei suoli. Ma questo gli agricoltori lo sanno bene e per quanto possibile non rinunciano al reimpiego dei residui, interrandoli. Laddove questo non è possibile però gli agricoltori devono essere messi nelle condizioni di non incorrere in un reato penale quale quello previsto dalla legge attuale. Ben venga pertanto la discussione del disegno di legge n. 2093 che speriamo inizi quanto prima.
Uff. Stampa On. Terrosi