Una cosa grande, come grande dovrebbe essere il cuore dei viterbesi. E’ il Festival del volontariato, una settimana (dal 3 all’11 maggio, ma con eventi anche prima e dopo) che trasformerà la città dei papi nella città dei valori. Valori come solidarietà, generosità, fratellanza, sensibilità. Il tutto senza barriere, né fisiche né culturali né tantomeno politiche. E lo si capisce già da certi piccoli particolari che poi piccoli non sono: il Festival è alla prima edizione, ma è l’erede di quella Settimana del volontariato andata in scena per nove anni. “Un segno di evoluzione nella continuità, perché la politica non c’entra nulla e qui nessuno vuole distruggere ciò che è stato fatto prima, piuttosto vogliamo coinvolgere”, come spiega il presidente della Consulta comunale del volontariato, Marco Ciorba, alle prese con gli ultimi dettagli logistici prima di presentare – lunedì in una conferenza stampa a palazzo dei Priori – il programma completo. Un lavoro importante, visto che continuano ad arrivare adesioni dell’ultim’ora, per un cartellone che coinvolge una cinquantina di associazioni.
Intanto, il luogo. Il Festival avrà il suo centro nevralgico, il punto di riferimento: non più agli Almadiani ma nell’ex tribunale di piazza Fontana Grande. Che diventerà un vero e proprio “Palazzo del cuore”, e già lo si intuisce passandoci avanti e ammirando il gonfalone rosso. Una scelta precisa di Ciorba, sulla scia della volontà dell’amministrazione comunale di rilanciare questa struttura carica di storia e in una posizione strategica. Già, perché diversi eventi coinvolgeranno anche la piazza vera e propria, quella liberata dalle auto: a partire dalla grande cena di beneficenza – insieme al Sodalizio dei facchini e alla Coldiretti – che vedrà dietro ai fornelli dei cuochi speciali (ragazzi portatori di handicap) e il cui ricavato andrà alle associazioni ma servirà anche per creare un “tesoretto” in vista delle prossime iniziative.
Non solo piazza Fontana Grande, comunque. Altri appuntamenti sono previsti a piazza del Comune, a palazzo papale, persino allo stadio Rocchi, per un coinvolgimento della città a 360 gradi: “Lo spirito è questo: unire le associazioni, i volontari che tutto l’anno prestano i loro servizi alle persone meno fortunate, agli anziani, ai disabili, alla cittadinanza – dice Ciorba – Non sarà una cosa autoreferenziale e per addetti ai lavori, semmai il contrario: si parlerà di tutte quelle attività connesse, sportive, culturali, di tutela ambientale, che compongono il mondo del volontariato. Abbiamo coinvolto anche gli ordini professionali, le scuole, per creare un contenitore che tenga conto di tutto. La speranza è che venga fuori un unico, grande messaggio di solidarietà”. Che, come dice lo slogan creato per l’occasione “fa la differenza”.
Lunedì verrà svelato il programma completo, quindi guai a rovinare la sorpresa. Ma prima della settimana clou, dal 3 all’11 maggio, ecco il gustoso antipasto, martedì e mercoledì, offerto dalla rappresentazione del Faust, curata dai ragazzi dell’associazione Eta Beta. Si chiama “teatro integrato”, ed è soltanto una delle mille cose – insieme alla Città a colori – che il Festival regalerà ai viterbesi.