Caso Barelli, seconda puntata, o forse centocinquantesima, di certo non l’ultima della serie. Dopo la promessa dell’assessore alla Cultura di consegnare le deleghe (tutte, anche quella sui Grandi eventi) nelle mani del sindaco (formalmente avverrà lunedì), tocca alla maggioranza affrontare la questione. Ieri pomeriggio è andata in onda la prima puntata, con un vertice a tre nella sede del Partito democratico in via Polidori, dove il segretario dell’unione comunale Stefano Calcagnini, e il capogruppo in consiglio Francesco Serra hanno incontrato il sindaco Michelini. Nota di colore, per i morbosi del genere: nella stanza accanto si stava svolgendo la riunione della segreteria provinciale, col segretario Egidi che sulla questione Barelli-Viva Viterbo aveva una posizione piuttosto differente (cioé, opposta) rispetto alla componente renzian-fiornoniana del suo stesso partito.
Ma torniamo all’argomento del contendere e alle sorti (né magnifiche né progressive, a questo punto) della giunta di palazzo dei Priori. Rimpasto? Rimescolamento delle competenze? Ammuina? La questione è aperta. Dal summit di ieri è uscita una certezza: il giorno fissato per una “verifica globale” è mercoledì. Non solo per il caso Barelli (che detto così pare più un servizio di Chi l’ha visto) ma per tutti i punti sollecitati dal Pd già a fine dicembre, con il famoso documento in cui si chiedeva a Michelini di rilanciare la sua azione amministrativa. Oggi i democrats hanno rivendicato giustamente una risposta concreta alle loro richieste, forti anche dell’asse di ferro instaurato con Oltre le mura, la lista civica che sarebbe anche la formazione del sindaco. Defilati, invece, restano quei pieddini fedeli ad Egidi (e a Panunzi), pronti a formare una minifronda interna già testata in occasione del consiglio straordinario sui rifiuti.
E il sindaco? Ieri Michelini ha provato a fare il vago, senza dare alcuna risposta. Ma la redistribuzione delle deleghe ormai è data per scontata, anche se pare non possa ridursi ad un semplice scambio di assessorati tra avvocati: cioè Barelli e Raffaella Valeri. Niente baratto, insomma, anche se fosse sarebbe stata la soluzione meno dolorosa e più equa tra due gruppi consiliari (Viva Viterbo da una parte, Sel dall’altra) che hanno più o meno lo stesso peso. I nomi, per ora, restano top secret, anche se è nella giunta che bisogna cercarli. E la chiacchiera di una candidatura esterna per la Cultura, promossa dalle associazioni e dalle realtà cittadine, viene derubricata subito a boutade: mica ci si può fidare di quattro cani sciolti e delusi che vorrebbero insediare a palazzo dei Priori un fantoccio di loro esclusiva fiducia.
Verifica globale, mercoledì sarà il d-day
di Andrea Arena
Policy per la pubblicazione dei commenti
Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it
1 Commento
Pubblica un commento
Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Un rimpasto radicali: fora da i ball Philip Red from Trieste e i suoi imbarazzanti scherani.