Dice il saggio che ogni giorno ha la sua pena. E le pene, per il sindaco Leonardo Michelini, sembra non finiscano mai. Come quella del cimitero di Grotte Santo Stefano, che urge di essere ampliato giacché – purtroppo – su questa Terra tutti dobbiamo morire. E nella popolosa frazione viterbese sembra ci siano attualmente circa 200 salme in attesa di essere tumulate per avere il meritato ed eterno riposo .
Il problema, in realtà, se l’era già posto il sindaco Giulio Marini durante il suo mandato. E aveva deciso di risolverlo, stanti le casse comunali sempre più vuote, con un project financing forse un po’ spericolato. A fronte infatti della realizzazione dell’ampliamento da parte di un’azienda privata, il Comune avrebbe concesso la gestione di tutti i cimiteri viterbesi per ben 25 anni.
Nel frattempo ci sono state le elezioni e a palazzo dei Priori è arrivato Leonardo Michelini. Che ha dato seguito all’idea mariniana con la pubblicazione del bando. Ma – e qui sta il bello – in Comune alla fine di febbraio arriva una letteraccia di un cittadino addetto ai lavori, che definisce quel bando “un grande imbroglio”. E, in effetti, alcune considerazioni non assolutamente sono da sottovalutare.
Cosa dice la letteraccia? Che il valore del bando è di 860 mila euro (le risorse che servono per ampliare il cimitero di Grotte S. Stefano), ma che la contropartita (gestione di tutti i cimiteri viterbesi, delle lampade votive e del forno crematorio) si aggira sui 25 milioni di euro; che è assurdo fare oggi un gara che avrà valenza solo dal 2017 (quando scadrà l’attuale concessione dei cimiteri viterbesi); che legando il project financing alla concessione della gestione dei cimiteri – visto che chi realizza il project avrà diritto di prelazione – si limita fortemente ogni possibilità di concorrenza.
Forse in Comune ci hanno riflettuto. Anche alla luce del fatto che intanto le condizioni sono cambiate e sono cambiati anche gli uomini al comando. Fatto è che l’idea a questo punto non è stata più ritenuta così valida “Abbiamo ritenuto opportuno revocare il bando – ha detto giorni or sono in commissione l’assessore ai Lavori pubblici Raffaela Saraconi – perché nel frattempo sono maturate le condizioni e l’amministrazione comunale è nelle condizioni economiche d’intervenire direttamente e ha la possibilità di costruire in proprio i loculi a Grotte”.
Ma a tenere banco in questi giorni è stata soprattutto la letteraccia. “Il giorno dopo averla letta – dice Giulio Marini – sono andato in Comune per fare l’accesso agli atti. Secondo me si riscontrano gli estremi per l’esposto in Procura. La gravità delle parole usate dal cittadino nella missiva manifestano in maniera forte l’idea che ci potrebbero essere stati comportamenti anomali. I miei dubbi sono stati poi rafforzati dal fatto che in terza commissione all’ordine del giorno è stata prevista la revoca del bando di project financing del cimitero. Un po’ strano, no?”. Ma il giorno della commissione, a precisa domanda di Marini, Raffaela Saraconi ha risposto: “Non c’entra niente”.
In procura però sembra ci siano andati gli attuali amministratori di palazzo dei Priori. “E’ stato detto al segretario di farlo – ha detto inosserva Saraconi – può favorire una turbativa d’asta e ci sono termini pesanti”. Sembrerebbe che un esposto sia stato presentato nei giorni scorsi.
Intanto oggi del cimitero di Grotte si parlerà in consiglio comunale. Sarà approvata la rinuncia al project financing, mentre ieri sera la giunta ha deliberato l’annullamento del bando di gara. Nella speranza che le polemiche siano finite qui. Anche se la marcia indietro potrebbe costare al Comune circa 30 mila euro, quelli che la ditta che ha presentato il project potrebbe chiedere in base alla legge.
Mortacci!