Il consiglio comunale di Acquapendente ha votato all’unanimità l’ordine del giorno sulla casa di riposo San Giuseppe, decidendo di non procedere alle nomine per il consiglio di amministrazione, così come richiesto dalla Regione, e di chiedere alla Regione stessa lo scioglimento dell’Ipab nonché l’accreditamento della struttura in Rsa a nome del Comune.
“La situazione economica attuale non è più sostenibile – ha dichiarato il Sindaco Alberto Bambini – in quanto la creazione del debito è strutturale, nonostante l’impegno e il lavoro svolto dal commissario. Sono scaduti da tempo gli appalti dei servizi (assistenza e mensa). La situazione debitoria verso le aziende che forniscono i servizi è tale che da un momento all’altro non potrebbero essere più in grado di pagare il personale e quindi fornire i servizi, considerando che fino ad ora hanno anticipato in maniera encomiabile i costi proprio per assicurare comunque gli stipendi e il servizio all’interno della struttura. È necessario – continua il sindaco – istituire prima della scadenza del commissariamento un tavolo tecnico per la soluzione delle problematiche sorte a causa della situazione debitoria”.
Nell’ordine del giorno si ripercorre l’iter che il Comune ha intrapreso per la trasformazione della Ipab San Giuseppe in Rsa attraverso la richiesta di finanziamento, e anche tutte le fasi che hanno riguardato i lavori di trasformazione con 700 milioni delle vecchie lire (mutuo) e la restante parte finanziata dal Ministero della Salute e per il 5% la Regione Lazio.
“Voglio ricordare – prosegue il sindaco – che i lavori di messa a norma dell’edificio sono terminati da diversi anni e che il personale è stato qualificato attraverso specifici corsi professionali finanziati dalla Regione, tutte azioni queste finalizzate all’ottenimento della trasformazione in Rsa. L’amministrazione comunale ha più volte fatto richiesta di scioglimento dell’Ipab, in quanto ne sono venuti meno i requisiti istitutivi, richieste formalizzate in numerosi incontri presso la Regione, volti a trovare una soluzione alle numerose problematiche. Per questo motivo si era concordato con la Regione di non procedere alle nomine del consiglio di amministrazione dell’Ipab, tanto è vero che veniva disposto con decreto regionale il commissariamento per la prima volta il 18/5/2011, nominato il commissario il 14/6/2011, rinnovato il 16/4/2013. Tale commissariamento avveniva sia per le problematiche gestionali, principalmente la produzione di un debito, sia perché si doveva procedere alla trasformazione in Rsa”.
“Se le richieste dell’amministrazione comunale non verranno accolte – conclude il sindaco – non saremo più disponibili a supportare una situazione che produce debito, non dà servizi adeguati alle esigenze degli ospiti (in gran parte sono pazienti da Rsa) e che non rispetta la destinazione del finanziamento ottenuto. Ci riserviamo la possibilità di richiedere la restituzione di 700 milioni di vecchie lire, oltre gli interessi, stanziati per la realizzazione della Rsa in quanto verrebbe meno il presupposto del finanziamento”.
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