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Si rischia un Ferragosto coi rifiuti di Roma

Riccardo Valentini e Michele Civita

Riccardo Valentini e Michele Civita

Un’estate coi rifiuti di Roma. E’ una possibilità più che concreta, niente sensazionalismi né allarmismi. La prospettiva che la mondezza capitolina continui ad arrivare alla discarica di Monterazzano si basa su una serie di considerazioni tutt’altro che peregrine. Che trovano ulteriori conferme dopo l’incontro di lunedì scorso tra il presidente della Provincia Meroi, il suo assessore all’Ambiente Costa, e l’assessore all’Ambiente della Regione Michele Civita. Un incontro che gli esponenti di palazzo Gentili avevano chiesto e ottenuto dopo aver inviato una diffida all’ente proprio per contestare il conferimento – “illegittimo”, secondo la Provincia e non solo – dei rifiuti romani a Viterbo.

Ora, nel corso dell’incontro Civita ha evitato di fornire risposte. Si è riservato di farlo, per vie ufficiali e dopo aver consultato gli uffici, attraverso un documento. Ed è già curioso come ora ci sia tutta questa necessità di produrre atti scritti mentre, quando si decise di mandare la mondezza romana nella Tuscia non si scrisse proprio nulla. In ogni caso, la Provincia aspetta con fiducia la versione (ufficiale) di Civita su questa storia come su un’altra questione, seppure di minori dimensioni, quella che riguarda i rifiuti da spezzamento, che da qualche settimana – e per ragioni poco comprensibili – non vengono più accolti dalla discarica viterbese.
Intanto, si può comunque anticipare che la soluzione della crisi non è all’orizzonte. Resta vincolata alla vicenda di Cupinoro, l’impianto di Bracciano chiuso a fine gennaio dopo il ricorso del ministero dei Beni artistici e culturali, che aveva contestato un ampliamento della discarica senza la necessaria autorizzazione paesaggistica. Da allora, una ventina di Comuni che conferivano lì, applicando il principio di prossimità, si sono rivolti ad Ecologia Viterbo (società proprietaria di Monterazzano), trovando le porte spalancate. Allora, quando finirà questa storia? Si aspetta il ricorso che la Regione ha fatto alla presidenza del Consiglio dei ministri proprio sulla chiusura di Cupinoro. Se verrà accolta (Civita e Zingareti ne sono convinti, il primo lo ha ribadito anche nel corso del recente incontro col Pd viterbese), ecco che la discarica di Bracciano potrà tornare in funzione e alleggerire così i carichi di quella di Viterbo. Minimo tre mesi, insomma, che però potrebbero anche diventare cinque o sei, vista la proverbiale tendenza della burocrazia italiana ad allungarsi verso l’infinito. Luglio, agosto, settembre? A questo punto è più che probabile che bisognerà aspettare la fine dell’estate, forse i primi giorni d’autunno, per vedere la fine dell’emergenza.

Marcello Meroi

Marcello Meroi

Meroi e Costa, comunque, aspettano fiduciosi la risposta ufficiale. Che magari potrà anche tornare utile per qualche futura iniziativa di contrasto, visto che in Provincia non si vuole mollare la battaglia così facilmente. Ma nell’incontro in Regione si è parlato anche di altro, dei temi collaterali che hanno portato alla situazione di oggi. Intanto del principio di prossimità, che così com’è (piano Polverini dello 2012) funziona male, anzi malissimo. Già, perché questo automatismo forzato che consente ai comuni di rivolgersi altrove quando chiude la loro discarica di riferimento (e trattando direttamente con le aziende proprietarie dell’impianto), costringe le amministrazioni locali, i sindaci e le province dei territori in cui sorgono le discariche, a subire e basta. Senza poter far nulla. Anche la mancanza di una gara d’appalto per assegnare il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti complica ulteriormente, e contribuisce a trasformare questo settore in una vera e propria giungla. Si veda, in proposito, il caso Cerroni e i suoi ultimi risvolti, i quali però non dovrebbero avere ripercussioni sugli impianti viterbesi: Monterazzano e Casale Bussi non dovrebbero chiudere, insomma. Ultima, ma non in ordine di importanza, la definizione della capienza delle discariche e la relativa tutela, con la speranza che un giorno ogni territorio abbia il suo impianto, e che possa accogliere soltanto i rifiuti locali, senza “ospiti”, senza solidarietà e prossimità e senza emergenze.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    La nostra pessima classe politica locale (e non) è qualcosa di assolutamente vergognoso. Questa fetida (sotto tutti i punti di vista) vicenda della monnezza ne è la controprova.

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