Magari non arriveranno a mangiare la colomba (Pasqua è il 20 aprile) però gli assessori tecnici rischiano di rimanere in carica in Provincia per un altro mesetto. Questo suggerisce la situazione a palazzo Gentili alla luce del consiglio provinciale di ieri, saltato a causa della mancanza del numero legale. Un bel pezzo della maggioranza infatti ha preferito non presentarsi, confermando che i problemi del centrodestra non si sono mica risolti, anzi. E lo si capisce anche facendo un giretto per i corridoi e per gli uffici, dove i dipendenti dell’ente – vecchi lupi di mare – sanno fiutare l’aria che tira meglio di qualsiasi segugio.
Certo, sta prendendo corpo l’ipotesi di una giunta a cinque, che potrebbe anche funzionare e mettere d’accordo le varie anime della maggioranza (Nuovo Centrodestra, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc). Ma il presidente Meroi non è disposto a fare da garante all’operazione, e a rientrare nel pollaio, semmai solo a firmare a cose fatte. Già, perché il cammino per arrivare ad una conclusione felice si preannuncia lungo e irto di difficoltà: stabiliti i numeri di poltrone, bisognerà per esempio affrontare la questione relativa ai nomi. Con un paio di figure (Fraticelli e Fracassini) che per ragioni diverse creano ulteriori frizioni tra i vari partiti. Imporre questo o quello potrebbe irrigidire le trattative e far saltare nuovamente il banco, insomma. Lo stesso dicasi per il passo successivo, l’assegnazione delle deleghe.
Ecco quindi che aspettando l’accordo, la giunta tecnica resta in carica. E sarà molto difficile che si arrivi a convocare a breve un altro consiglio, dopo la figuraccia di ieri e senza certezze sul futuro. Meglio passare dall’aula quando (e se) le cose saranno sistemate, così si blocca anche la surroga del dimissionario Battisti e l’ingresso di Piazzai in minoranza, dove ancora si cerca la famosa decima firma alla mozione di sfiducia nei confronti di Meroi. Non arriverà, almeno a breve.
Provincia, l’accordo è solo sui numeri
di Andrea Arena
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1 Commento
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In provincia (la p minuscola è d’obbligo) siamo veramente alle comiche finali. Risate amare, a spese del povero contribuente.