Le montagne russe stanno qui, nel girone A di Eccellenza in generale e nella Viterbese in particolare. Che alterna pessime figure (l’ultima mercolerdì scorso: 3-0 dal Fegene) a vittorie roboanti, come quella di ieri col Montefiascone. E quando la Viterbese risorge è il Rieti a farsi male. Morale della favola: i gialloblu sono tornati in testa alla classifica, scavalcando i sabini, e adesso sai che finale. Prima delle quattro pappine rifilate ai falisci, c’era stata la conferenza stampa di Piero Camilli contro il Comune (“A Viterbo non è possibile fare calcio. A fine stagione me ne vado”, ma non ci crede nessuno) e l’aggressione all’ora di pranzo dei tifosi ai giocatori (qualche pappata di rieducazione). Allo stadio, invece, contestazione civile e uno striscione eloquente: “Da sempre oltre il risultato… Ma un altro anno in Eccellenza non sarà tollerato”.
Ma andiamo con le pagelle.
Cima s.v.
Non lo chiamano mai in causa, neanche una telefonata per sapere come sta. Una domenica balneare.
Rausa 6
Compitino sufficiente, dice la maestra. Anche se magari contro il Montefiascone poteva osare anche qualcosa in più.
Fapperdue 6
Alla fine dalle sue parti c’è solo il poro Serafini, servito pure poco e male, e per Fabietto è un gioco da ragazzi tenerlo sotto controllo.
Cirina 6.5
Camilli lo aveva avvertito: “O guarisce o se ne va”. E’ guarito, una guarigione lampo, e in campo ha fatto il suo, con un paio di sortite offensive che avrebbero potuto fruttargli almeno un gol. Di testa ovvio, perché lui i piedi li usa solo per falciare gli avversari. Lacche, le chiamano da queste parti.
Federici 5.5
Nervoso come un film di Nanni Moretti. Nel primo tempo va a cercare De Paolis per farsi giustizia da solo. Nella ripresa scala centrale difensivo e controlla la situazione. Quando finisce la partita infila di corsa il tunnel togliendosi la maglietta. Brutta storia.
Faenzi 6.5
Meglio quando dalla fascia Gregori lo rimette al centro. Per il resto, un paio di buoni cross e disciplina tattica.
Giannone 6.5
Come Federici, un altro finito nell’occhio del ciclone e nel primo tempo accusa parecchio la tensione. Poi si scioglie e firma il poker con una botta delle sue. Una cosa: come batte i corner lui lo dovrebbero insegnare a Coverciano.
Vegnaduzzo 6
Poca roba, ma gli arrivano pure pochi palloni giocabili. Anche lui – idolo adorato fino a dieci giorni fa – scosso dalla contestazione. Nel rigore del 3-0 ci mette tutta la rabbia che c’è.
Pero Nullo 7
Predica nel deserto nel primo tempo, unico gialloblu pericoloso tra tanti pannoloni. Svaria, cerca la posizione giusta, colpisce pure una traversa. Poi, nella ripresa, raddoppia nel modo più scemo, un cross innocente che non tocca nessuno.
Pacenza 7.5
L’uomo del partito, cioé l’hombre della partita. No, scusate: l’uomo della partita. Ecco. La sblocca con un gol di potenza e classe, alla Pazzini, poi si procura il rigore che chiude ogni discussione. Sarà un caso: ma il toro di Tolfa è l’unico in squadra che non campa di solo calcio, ma che ogni mattina si alza e va a lavorare. Un esempio di umiltà, chissà se conta qualcosa.
Pacenza, un toro carico d’umiltà
di Andrea Arena
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Philip Red from Trieste O
La tifoseria di stampo elettoralistico, e le relative prese per il c., alla lunga non pagano. Anzi…