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Marini: “Questi sono dilettanti”

Giulio Marini

Giulio Marini

Come va?.

«Benissimo, grazie». Altro che ”Bandolero stanco”. Giulio Marini, aguzza un sorriso quasi di compiacimento. Beffardo: «Tanto sono dei dilettanti. Soprattutto perché giovani e inesperti anche se arroganti». Loro sono, evidentemente, i Michelini boys. Sei domande all’ex sindaco di Viterbo per fare il punto della situazione. Chiaro, dal suo punto di vista.

La prima, il centro storico.

Noi avevamo puntato alla sua valorizzazione in termini di conservazione e di futuro. Il Plus era ed è l’anima della riqualificazione del centro storico. Da lì partono i parcheggi, le ztl e tutte le iniziative che riguardano la vivibilità. E poi vanno recuperate tutte le brutture che nei secoli abbiamo messo in fila».

La Giunta Michelini come si sta muovendo?

«Sta cercando di realizzare ciò che noi abbiamo lasciato. Ha tentato di modificare qualcosa in peggio, un tentativo che ha fatto perdere alla città soltanto mesi preziosi. Parlo, per esempio, dei ribassi di asta del Plus: se non ci attrezziamo, non partiamo. Non dovevano sciupare tempo a modificare il Plus, ma utilizzarlo per andare a prendere i soldi».

Ma la sua Giunta cosa ha fatto in passato?

«Plus, appunto, e riqualificazione delle aree con quattro progetti preparati e pronti per essere avviati. Sono quelli della valle di Faul, del Carmine, dell’area di porta Romana che si estende su quattro ettari oggi delle Fs. Poi l’area che dalla Camera di Commercio arriva a porta Fiorentina».

Progetti che però sono fermi.

«Noi li abbiamo lasciati in dote alla nuova amministrazione comunale. Ed erano stati approvati anche dalla minoranza di allora. Per quanto riguarda i lavori pubblici, abbiamo recuperato piazza Unità d’Italia, risanata la zona sotto il Sacrario, abbiamo ripavimentato il Corso e via San Lorenzo».

E che voto si dà?

«In cinque anni non mi si possono addebitare responsabilità di decenni. Con ciò che farà la nuova amministrazione spero di arrivare alla sufficienza».

Seconda domanda, la città termale.

«Dobbiamo mettere attorno a un tavolo gli imprenditori del termalismo e capire cosa vogliono fare. Giochiamo tutti a carte scoperte. Il Comune, invece, non sta facendo nulla. Intanto bandisca una gara. La disponibilità di acqua? Si dovrà calibrare in base ai progetti».

Sì però il tempo non è una variabile indipendente.

«E’ quello che mi è mancato. La fine del mandato di sindaco è democratica, ma non sempre è funzionale alle esigenze dei cittadini. Ora vediamo se la nuova amministrazione andrà avanti o modificherà i piani perdendo inevitabilmente del tempo».

Terza domanda, il centro agroalimentare.

«Sinceramente in venti anni non si è visto un interesse specifico degli imprenditori locali a fare investimenti».

Quarta domanda, l’immondizia?

«Immondizia viterbese. La nuova amministrazione ha fatto slittare il via al 29 luglio l’avvio della differenziata, mentre sarebbe stato più opportuno aspettare qualche mese. Non si può improvvisare anche perché non c’è stata informazione e tra la dirigenza e tra i cittadini. E così hanno fallito. Immondizia romana. L’errore di Michelini e i suoi è stato quello di non reagire sul terreno della competenza politica. Il documento del commissario regionale non si lascia abbandonato su un tavolo, lo si va a discutere e a contestare. E’ mancato il confronto. La Giunta si è accorta soltanto in ritardo di quanto era già accaduto. Risultato, ora siamo sotto schiaffo».

Quinta domanda, la cultura.

«Non può essere solo Caffeina di cui peraltro mi considero il padre putativo anche se il 90% dei dibattiti è stato sempre contro la mia parte politica. Da sindaco ho permesso di parlar male di Berlusconi perché il mio vanto era che la città facesse discutere tutti e di tutto. Ma si doveva fare anche altro. Ricordo che per le serate di valle Faul abbiamo speso 40.000 euro ed abbiamo ospitato personaggi e spettacoli di primo piano. In Caffeina noto, invece, scarsa attenzione a coniugare il proprio indirizzo con quello della città. Caffeina non doveva fare politica. Lo dico come parlassi a mio figlio: non fare politica altrimenti la tua crescita potrebbe rovinarsi».

Caffeina fa politica?

«Be’ le prove ci sono: la lista elettorale, il candidato a sindaco, l’assessore alla cultura. Se ti impadronisci di tutto, gli altri sono a disagio e il disagio si paga».

Sesta domanda, i rapporti con l’attuale Giunta.

«Il sindaco deve cambiare modello, non deve più guardare soltanto alla propria maggioranza, ma al bene della città dialogando anche con i portatori sani che sono dall’altra parte. Sarebbe un errore disarticolare i progetti che ha trovato solo perché sono targati Giulio Marini».

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Settima domanda. Perché si è voluto ricandidare come sindaco a tutti costi quando (sondaggi alla mano) sapeva benissimo che non aveva nessuna possibilità di essere rieletto?
    Ottava domanda. Non prova un po’ di vergogna per aver finanziato durante il suo mandato una manifestazione (che, detto tra parentesi, di culturale non ha proprio nulla) come kaffeina, dando così l’opportunità a Philip Red from Trieste di sfruttare la fama della stessa per riciclarsi come politicante?

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