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Lo sport della Tuscia spera nella Regione

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti

Venti milioni di euro c’hanno le zampe lunghe. E su questo non si discute. Analizzando però i dati, e non i numeri, ecco che la stessa cifra risulta quasi una sciocchezzuola. Un divertissement. O meglio, una manovra più promozional-politica che realmente utile.

Comunque, tale importo è stato indiscutibilmente messo sul piatto dalla Regione Lazio. Lo zio Nic Zingaretti ha aperto il portafogli, comunicando al mondo intero che spalmerà su tre anni tanti assegnucci. Dedicati esclusivamente all’impiantistica sportiva. Con maggiore attenzione a quella di base. Che uno pensa: quasi quasi mi ci rifaccio il campo, le docce e se ci scappa pure una cena coi tesserati. Poi però subentrano le spartizioni. Ad esempio la prima tranche da 550mila carte, che verrà bandita nel giro di una settimana, qualora fosse equamente suddivisa tra le province, basterebbe sì e no per l’acquisto di un paio di calzettoni da gara per comune. Senza considerare il ruolo di magnatutto che (come la storia insegna, a partire dalla costruzione del Colosseo) verrà svolto dalla capitale. L’offerta però è ormai in piedi. E non partecipare al teatrino sarebbe da pazzi. Quasi giustificherebbe i pianificatori della Pisana. “Non ve ne siete occupati, ora non vi lamentate”. Così pure Viterbo decide di buttarsi nel marasma. Attraverso le manine instancabili del delegato a tema Sergio Insogna. “C’è da sbrigarsi – comunica – innanzitutto compilando il censimento che abbiamo fatto girare attraverso la provincia. E nel modo giusto, con tutte le criticità struttura per struttura. Qui la burocrazia viaggia lenta, come se poi fosse una novità. E il settore ha bisogno di una riorganizzazione totale”.

Lo stesso Insogna, che conosce bene il mercato e sa come girano certi meccanismi, rimane coi piedi per terra e si concentra sul piccolo. “Già riuscire a sistemare due, tre impianti sarebbe un lusso. Del camposcuola, e dell’incontro di ieri coi vertici nazionali e regionali dell’atletica, già si è detto: si può rifare mezza pista, contiamo di completare addirittura il resto. Ci sarebbero poi il Rocchi, il PalaMalè, il diamante del baseball, il rugby. Ogni area ha le sue esigenze. Il percorso sarà lungo e tortuoso”.

In sostanza. Il viterbese ha più campi di patate che pratini all’inglese. Più cantine che spogliatoi. Di comuni ce ne stanno ben sessanta, e ad oggi la materia è stata un goccino trascurata. L’offerta del Montalbano’s brother è da prendere con le pinze (anche perché l’accoppiata col Coni sa tanto di fondi ad hoc per Roma e basta). Ciò nonostante è necessario ripartire. Da zero. Quindi maniche rimboccate e via coi censimenti. D’altronde se Roma non fu costruita in un giorno (e senza l’ausilio della Regione), la Tuscia si può risistemare con calma. Olimpica.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    La regione aprirà pure il portafoglio, ma non scordiamoci mai che il denaro ivi contenuto esce dalle nostre tasche.

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