E’ solo una questione di ritardo: in termini di secondi e in termini di mentalità, di vedute, di integrazione. Letizia Marchetti invece va veloce, per lei parlano i tempi e i trofei, non certo da oggi: da quel 2008 quando vinse – prima donna nella storia – una gara del campionato Superbike. O come nel settembre scorso, quando si è aggiudicata il National Trophy. Adesso però questa ragazza di Civita Castellana (è nata a Rignano Flaminio) è diventata pure scomoda, come succede ai vincenti in uno sport – quello italiano – dove se non ci si può imporre sul campo si cerca di mettere i bastoni tra le ruote in altri modi.
Letizia non è stata invitata alla Bmw cup. Gli organizzatori hanno accolto le richieste dei piloti maschi, che non volevano la Marchetti semplicemente perché non riescono a batterla. E perdere contro una donna, si sa, non è mica bello e dignitoso, specie in uno sport machista come il motociclismo, dove per alcuni le donne stanno bene solo alla partenza, con un ombrello in mano e le tette di fuori. L’esclusione ha fatto notizia, è arrivata persino sul tavolo del presidente del Coni Malagò (uno che nel suo circolo Aniene, a Roma, ha accolto tante campionesse, dalla Pellegrini alla Pennetta), ha scatenato le reazioni indignate del sindaco di Civita Castellana Angelelli, in piena campagna elettorale, e persino della consigliera di parità viterbese Daniela Bizzarri. Gli organizzatori di quella manifestazione naturalmente si sono scusati, perché scusarsi adesso non costa mica nulla, e Letizia ha ricevuto tanti attestati di stima, inviti ad altre manifestazioni, solidarietà. Anche dagli uomini, certo.
“Tutto ciò basta a farmi superare l’amarezza di quel rifiuto”, dice lei con stile. E c’è da scommetterci che la sua squadra, il Crazy old men team, il marito David, il manager, abbiano fatto il resto. Resta la tristezza di quel gesto in quanto tale: “Avrei preferito che l’interesse fosse nato per altri motivi – ragiona la Marchetti – Magari per i miei successi in pista o per la mia passione per il motociclismo”. E invece l’Italia dello sport è ridotta a questo: a far diventare notizia solo le cose brutte (e tutto sommato rare), mentre la quotidianità delle vittorie, dell’impegno, dei sacrifici rimane avvolta nel silenzio.
E viene da pensare a quella pubblicità di una compagnia telefonica di qualche anno fa. Con Belén che sfrecciava in moto, e chi se la dimentica, milioni di uomini in delirio. Be’, la farfallina argentina non s’era mica messa a cavalcioni, non quella volta almeno. C’era una controfigura. Il nome? Letizia Marchetti, certo. Allora andava benissimo. E buona festa della donna a tutti. E a tutte.
Letizia, dall’esclusione all’indignazione
di Andrea Arena
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Un’invidia, quella dei maschietti, un po’ del penis.