17112024Headline:

La Ztl fa discutere i lettori

Dunque. Ci sono un negoziante, un tipo romantico e un osservatore propositivo. No, non è la solita barzelletta che finisce con l’italiano vincitore grazie a stratagemmi più o meno legali. Qui la cosa è seria. E soprattutto partecipata. Inutile sottolinearlo, il discorso (tutto viterbese) legato alla Ztl è argomento assai caldo. E Viterbopost concede volentieri spazio a quanti invece di lamentarsi hanno idee e suggerimenti in proposito.

Prima analisi. “La realtà è sotto gli occhi di tutti – ci dice Marco Valentini – il centro si sta svuotando di persone e di negozi. E non certo solo per colpa della crisi, ma anche per un assenza di politiche di rilancio e sviluppo. D’altronde è stato sempre aperto al traffico, ma le botteghe hanno chiuso lo stesso. Coi monumenti e le piazze soffocate dalle automobili non c’è turismo, non c’è cultura, non c’è socialità, non si può fare niente di niente”.

Messaggio netto. Chiaro. Affiancato dal supporto di un imprenditore della parte vecchia. Uno dei pochi (ma ormai sempre più numerosi) favorevoli al cambiamento. “Sono stufo di vedere provvedimenti senza senso e di ascoltare gente che parla della questione non conoscendola – stavolta tocca a Massimiliano Forieri – E’ vero che gli incassi sono diminuiti, perché misure di questo genere portano contraccolpi. Però instillare il dubbio che io e i miei colleghi siamo solo dei furbi lamentosi è offensivo e irritante. Rimango convinto che le auto non debbano transitare più da queste parti. Certo però, le dinamiche sono da rivedere. Il Comune dovrebbe starci a sentire, dato che abbiamo un quadro storico della situazione. Le cose fatte a metà non hanno senso, basti pensare che chi entra deve necessariamente riuscire dalle mura, consumando benzina e nervi. Spero che l’amministrazione modifichi qualcosa, ma bisogna tenere conto che il fattore tempo non è secondario. E poi c’è la chicca. I blocchi festivi durano quanto l’orario di lavoro dei negozi e alle venti torna il caos. Anche se non lo è pare una cosa fatta apposta…”.

Come migliorare? Da dove partire? “Nessuno si è accorto che sopprimendo i parcheggi di piazza della Morte e San Carluccio è possibile fare un’area pedonale continua unendo piazza del Gesù, vicolo dei Pellegrini, la stessa piazza della Morte, San Lorenzo, via Pietra del Pesce, San Carluccio e tutto il quartiere San Pellegrino – chiude, non in ordine di importanza, Luca Andreatti – che senso ha tenere aperti al traffico questi spazi? Via Cavour andrebbe riaperta verso il Sacrario. Evitando così di intasare via Annio e via della Pace. In un futuro poi di grandi infrastrutture a sostegno dell’area pedonale (parcheggi e ascensori) si potrà pensare di richiuderla. La soppressione dei parcheggi di Fontana Grande e Santa Maria Nuova aprirebbe inoltre la possibilità di fare un’altra area pedonale comprensiva di piazza Santa Maria Nuova, piazza Don Gargiulli, via Annio e vicoletti interni. Necessari, e ovunque, i varchi elettronici, data la difficoltà di far lavorare i vigili di sera. E’ infine il momento di rendere serale il passeggio di Corso Italia”.

 

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Modesta proposta: non calare le brache di fronte alle intemperanze di certi masanielli maneschi e usurati (dal verbo usurare, ma non solo).

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