Una legge regionale per l’abolizione dell’obbligo di vidimazione del registro degli infortuni. A chiederla all’assessore competente della Pisana, Lucia Valente l’amministrazione provinciale di palazzo Gentili. Una proposta nata nell’ottica della semplificazione amministrativa, insomma una suggerimento utile a facilitare l’operato ad aziende e pubbliche amministrazioni che incontrano forti difficoltà ad adeguarsi a un impianto burocratico che pone freni allo sviluppo economico e all’occupazione.
“Il libro infortuni – ha spiegato l’assessore provinciale con delega alle Politiche del Lavoro, Giuseppe D’Angelo – è il documento aziendale nel quale sono annotati cronologicamente tutti gli infortuni accaduti ai lavoratori che comportano assenze dal lavoro di almeno un giorno. Questo registro prima di essere messo in uso deve essere presentato alla Asl competente per la vidimazione, contestualmente l’impresa deve versare una somma pari a circa 11 euro. Con il nuovo testo unico per la sicurezza del lavoro – ha proseguito l’assessore – questa pratica è divenuta inutile, in quanto sono state abrogate le disposizioni che regolamentavano il registro infortuni, sostituito dall’obbligatoria denuncia online”.
Da qui la proposta di palazzo Gentili: “Ciò – ha aggiunto l’assessore – ha reso necessaria l’abrogazione dell’obbligo di vidimazione del registro degli infortuni, ancora in vigore nonostante sia divenuto, ormai, uno strumenti inutile e per di più oneroso per i datori di lavoro e la pubblica amministrazione. Anche perché l’omissione della vidimazione è sanzionata con una ammenda pari a 15mila euro. Proprio per questo – ha chiuso D’Angelo – abbiamo deciso di inviare questa proposta alla Regione, con la speranza che venga accolta. Si parla molto di semplificazione e l’abrogazione di questa normativa andrebbe in questa direzione, in quanto darebbe un aiuto concreto alle aziende, costantemente costrette a fare i conti con una burocrazia ostativa”.
Vogliono semplificare? Allora chiudessero la provincia e tornassero tutti al loro lavoro e ai loro cari. Non li rimpiangerà nessuno.