E quindi qualcosa ancora si può fare. Non è vero che i soldi sono terminati. Che le casse piangono. E pure se così fosse il sistema per raggirare il dramma si trova. Basta applicarsi. Basta, magari, unire il pubblico al privato. Ed in quattro e quattr’otto si confeziona una manifestazioncina niente male. Ok, il nome forse lascia un attimo interdetti: “Biennale di Vetralla”. Che suona tipo gran teatro di Tessennano o expo’ di Vetriolo. La sostanza però ci sta. Eccome. E quindi è anche giusto sognare in grande.
La data dell’evento è quella di oggi (dalle 20.30). La location il cinema Excelsior (altro appellativo modesto). Il titolo è “Lettera d’argento”. Il tema portante la poesia. Ma anche musica e teatro. La sfilza degli ospiti pare una lista di invitati ad un matrimonio partenopeo. Maria Concetta Mattei (che condurrà). Detto Mariano e Renato Serio (presenti già all’edizione passata, ormai amiconi). E ancora: Enzo Decaro, Riccardo Cimino, Edoardo Siravo, Orsetta Foà, Deborah D’Agostino, Daniela Poggi, Corrado Calabrò, Ennio Cavalli, Gabriella Sica, Renato Minore, Paolo Ruffilli, Franco Buffoni, Giuseppe Mannino, Angelo Sagnelli, Maria Luisa Spaziani, Wang Lin, Mohamed Ghonin, Arian Kallco, Roberto Ioppolo, Giorgio Bortoli, Anna Procaccini, Stefania Lubriani. Dovrebbero essere tutti. Citati uno ad uno in quanto promotori di cultura gratuita. Ovverosia il pubblico non paga, e loro non beccano niente. Quindi era doveroso.
La serata parte con una retrospettiva legata al 2005 e al 2008. Prosegue con elaborati inediti dei contemporanei. Si ferma poi un attimo per il tributo ad Arnoldo Foà. Per non dimenticarlo saranno proiettati video, note in sottofondo, e la figlia Orsetta leggerà qualcosa. In un abbraccio simbolico che si concretizzerà successivamente con una targa issata in un giardino pubblico del paese. Chiaramente a lui intitolato.
“C’è crisi, ma attraverso la cooperazione si possono fare buone cose – dice il sindaco Sandrino Aquilani – Ringrazio gli ospiti per la presenza amichevole e tutti i curiosi che interverranno. La cultura, nonostante le mille difficoltà, non si può spegnere. Teniamola viva”.
E per quanti se lo fossero chiesto la risposta è: si, si chiama biennale. Ma no, non dura due anni. E nemmeno si svolge con la medesima cadenza. State tranquilli.
Il vero artista è il Sor Sandrino, che, nonostante sia uno dei peggiori sindaci del mondo, riesce ancora a rimanere galla. Come il sughero. O qualcos’altro.