Otto marzo, festa internazionale delle donne. Di tutte le donne, anche quelle a cui hanno fatto “la festa”, espressione che, usata in senso figurato, significa violenza, sopraffazione, dolore, drammi incancellabili. Se digitiamo sul motore di ricerca Google la parola “femminicidio”, la rete mette a disposizione 490 mila link. Se invece digitiamo “violenza sulle donne”, ecco che i link sono 729 mila. Se cerchiamo “violenza sulle donne: testimonianze”, abbiamo a disposizione 196 mila risultati utili. Numeri da capogiro. Che meglio di tante parole sostanziano una realtà odiosa che nel nostro Paese (e in tutti i Paesi del mondo) fa rima, in tantissimi casi, con la morte.
L’editore Davide Ghaleb ha voluto pubblicare un libro che abbina numeri e parole. Lo ha scritto Teresa De Leonardis e si intitola “Quattordici passioni” (pp. 88, 10 euro), opportunamente presentato l’8 marzo con la partecipazione delle animatrici della associazione “Erinna: donne contro la violenza alle donne”.
“Questo libro – spiega Ghaleb – si narrano le vicende di donne, costrette a subire, volontariamente per scelte non proprie, la violenza di una società, spesso rappresentata dall’uomo, che si manifesta ipocrita, maschilista e omofoba. Le storie di Teresa De Leonardis, seppur romanzate linguisticamente, sono storie vere appartenenti ad un’Italia degli anni ’40-’50. L’autrice riesce con semplicità ed intelligenza letteraria a raccontarci vicende che sembrano appartenere ad un lontano passato, ma che purtroppo, si riaffacciano in continuazione ai giorni d’oggi”.
Parola all’autrice. “Queste sono storie raccolte per strada. Quattordici soste lungo il mio cammino, quando la vita mi teneva per mano e l’infanzia dormiva al mio fianco. Quattordici vite, raccolte per strada, racchiuse in questo libro, tra una pagina e l’altra. Perché questo numero? Perché solo quattordici? Perché quattordici – prosegue De Leonardis – sono le stazioni di un percorso, fatto da un uomo, con le spalle piegate da un vestito di legno, crocefisso sul Golgota sotto lo sguardo di tre madri”.
Nelle pagine sono impresse le vicende di Fransisca, di Carmela “puttana di bordello, che sotto le bombe, salva l’amore di una sola notte”, di Concetta e altre. Storie diverse e in fondo uguali di “donne disperse, in mezzo alla strada, come petali di uno stesso fiore. Così ne ho raccolto, uno ad uno, questi preziosi petali. Li ho legati tra loro in un’unica rosa. Bianca. Purezza e candore che nessuna violenza e nessuno, mai, potrà sporcare”.