Camera di commercio, il destino sembra segnato: si andrà allo scontro tra i due blocchi contrapposti. Da una parte quello di Rete Imprese Italia (Federlazio, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, meno la Cna viterbese), finora senza candidato (ma Rino Orsolini è sempre ai blocchi di partenza), dall’altro il patto d’acciaio Unindustria-Cna con aggregati agricoltori e sindacati, che ha già ufficializzato la candidatura di Domenico Merlani.
Che si andrà allo scontro è una previsione quasi certa, anzi probabile, anche se rimane tuttora l’incognita dell’assegnazione dei seggi alle varie categorie sulla base delle aziende iscritte: responso che si avrà non prima di un mese e che potrebbe anche stravolgere le carte in tavola.
Fatto è che ieri al summit programmato dalle associazioni aderenti a Rete Imprese Italia non è successo un bel niente. Non c’era (come è ovvio che fosse) la Cna viterbese, ma non c’era nemmeno quella romana. Lorenzo Tagliavanti ha preferito rimanere a Roma e collegarsi con i vertici regionali delle altre associazioni catapultatisi nella Tuscia tramite cellulare. Con lo scopo preciso di non alzare i toni e fedele al vecchio detto che i panni sporchi è meglio lavarli in famiglia.
Morale della favola: tutto rinviato a quando la situazione sarà più chiara, dopo che il ministero avrà emesso la sua sentenza sulla ripartizione delle poltrone del consiglio. Perché solo allora si potranno fare bene i conti e capire chi avrà i numeri per poter eleggere il presidente. Ma con un certezza che appare già ineludibile: se i giochi rimarranno questi la giunta sarà spaccata in due. E governare non sarà quindi poi tanto semplice.
Atto finale di questa interminabile guerra dei bottoni?