Ogni mattina Luigi Macchitella si alza e sa che dovrà comandare la Ausl di Viterbo. Ogni mattina Nicola Zingaretti si alza e sa che al Cinque Stelle romano la carica di Macchitella non va giù. Non importa che Macchitella sia direttore generale o commissario straordinario. L’importante è che comandi. Così vuole la legge della giungla. Anzi, così vuole la Regione.
Dunque. Rivisitazione di un (più o meno) noto proverbio a parte, qui la faccenda è assai contorta e tutt’altro che limpida. Meglio pertanto partire da qualche mese addietro. Zingaretti si insedia in via della Pisana. La sua giunta, come da copione, provvede immediatamente a commissariare l’Azienda Unità Sanitaria Locale. Tutte quelle del Lazio. Tra cui quindi anche Viterbo. Laddove viene spedito tale Luigi Macchitella. Che si accaparra una poltrona straordinaria a tempo determinato (si pensava). Nel mentre sui tavoli del Palazzo giungono circa novecento domande. Tanti piccoli e grandi Luigi concorrono al bando per il rimpasto e quindi per le nuove cariche. Fatta una prima cernita finiscono al ballottaggio ben cinquecentottantuno incamiciati. Il presidente decide di selezionare ulteriormente, per arrivare a cinquanta teste. Dei superstiti verranno infine scelti i ventuno definitivi fortunati, attraverso un criterio di trasparenza (tipico della politica italiana) affidato ad esterni. Una sorta di me-ne-lavo-le-mani e preferisco che la short list la facciano altri, sennò finisce che mi sbranano vivo.
In tutto questo Macchitella sopravvive al televoto, rimane a Viterbo. Non solo, Nic e la sua ghenga lo vorrebbero promuovere a direttore generale. Passaggio obbligatorio (nel pianeta della burocrazia galoppante) in Commissione. Parte la guerra. “Secondo la legge 39/2013 Macchitella non può fare il diggi – tuona il Cinque Stelle capitolino, attraverso David Porrello – poiché impelagato nello stesso ruolo all’Icot di Latina”. D’Amato ritira la proposta senza battere ciglio, e tutto pare risolto. Pare. Perché questa raccontata finora è storia passata. Ad oggi la giunta non fa sapere nulla. Zero carbonella. “Assurdo – prosegue Porrello, che tra l’altro sta in commissione Salute – Quando hanno visto che non poteva fare il direttore l’hanno lasciato commissario straordinario. Tanto è una carica che non prevede durata. Quindi magari ci rimane per quanto dura Zingaretti. Hanno gestito malissimo la vicenda. In modo veramente inopportuno. Fuori da ogni logica. Chiediamo la rimozione immediata, in virtù della chiara volontà di farlo diggi e di lasciarlo poi dove ancora si trova”.
Dura la vita, se vuoi sopravvivere nella giungla.
Quando si dice avere i peppebucìardi in paradiso…