In un posto solo, e anche abbastanza piccolo, ci stanno tutte le parole che vanno tanto di moda nel sottobosco alternativo. Cooperazione. Presidio. Artista. Manufatto. Biologico. Contenitore. Rete. Cous cous. Rifugio. Concettuale. Slow. Cioè-hai-capito-come. E via dicendo. Ha aperto un nuovo locale in città, dentro porta San Pietro, che accorpa quanto sopra detto. Si chiama La. Che non è “oh, annamo la”. Altrimenti avrebbe suonato meglio tipo “mellì”. Bensì è La, come la nota musicale. “Perché ci siamo resi conto che c’è assai carne al fuoco da queste parti, molta gente capace – dicono i vertici dell’impresa – Ma mancava qualcuno che gli desse il via. Il la, appunto”.
Lo spazio è ancora in fase di rodaggio. Anche perché l’idea nasce e si sviluppa in appena dieci giorni. Il weekend trascorso è stato solo una buona occasione per far conoscere il concetto ad amici e curiosi. Il varo vero si terrà invece in aprile, con data da concordare a bocce (e pennelli, e cavi, e molto altro) fermi.
Trattasi però di un circolo targato Arci. Dove Marcello ha portato il divano della nonna che non usava più. Michela la credenza dimenticata della zia. Giuseppe i bicchieri di pseudo-cristallo datati. Tommaso due cornici. Nicola ha lasciato le sue creazioni. E altri nomi di fantasia coniati ad hoc da Viterbopost hanno contribuito a modo loro. Come Giggi, che s’è presentato con un vassoietto d’alluminio coperto. Tipo alla feste delle medie, quando ognuno metteva una portata e si faceva festa grande per tutto il pomeriggio al ritmo di Please don’t go.
E questo forse è il vero spirito di branco della futura riserva indiana. La diversificazione. Fatta di competenze e di scopo aggregativo. “Ringrazio tutti – parla stavolta il presidente, Antonio Rocca, romano trapiantato in zona – Il tam tam ha funzionato alla grande. Segno che si ha fame. Che si vuole costruire”. Cosa? “Tutto – prosegue – Procederemo a tema. Una serata live, un’altra pittura. Danza. Poesia. Corsi. Qualsiasi iniziativa è buona. Concederemo gratuitamente le stanze agli amici di Slow Food. Che avranno così un presidio settimanale dove poter vendere le loro cose. Come poi faranno i vari artisti che transitando lasceranno le opere col duplice scopo d’arredo promozionale”.
E questo è quanto. Se qualcuno fosse interessato la location è La. Dentro porta San Pietro.
Si attende a questo proposito un ficcante intervento del versatile assessore Bar Elli from Civitavecchia.