E’ evidente che questa riflessione segue quella riportata al link https://www.viterbopost.it/2014/02/braccialetti-rossi-come-harry-potter/, a cui rimando direttamente e che era stata scritta subito dopo la 4° puntata di “Braccialetti Rossi”, cioè dopo la morte di Davide, il più sfrontato e coraggioso – ma anche introverso e fragile… per questo con la personalità così “affascinante” – dei sei protagonisti.
Per non subire una “preventiva lapidazione” ripeto subito che la fiction è stata b-e-l-l-i-s-s-i-m-a… ma…
Fermo restando che ho trovato geniale – l’avevo immaginato così anch’io – il funerale sulle note di “Ogni volta” di Vasco, mi è sembrata un po’ troppo affrettata (per via dei tempi televisivi?!) la sorta di “elaborazione del lutto” da parte degli altri ragazzi e dei genitori di Davide.
Per carità, bellissima la donazione degli organi che ridà la vita ad un altro ragazzo (e adesso sentitevi “Occhi di speranza” di un giovanissimo Eros Ramazzotti!), fino ad arrivare al padre che fa il clown di corsia. Il cambiamento caratteriale che stava avendo Davide si è trasferito al genitore. Però la subitanea gravidanza di Lilia che ne fa scomparire il dolore, quasi una sorta di “sindrome del Vietnam” (da parte degli sceneggiatori) per dimenticare subito un fatto brutto brutto.
E gli altri ragazzi… adorabili e adorati… sono stati eccezionali nel perseguire la volontà di partecipare al funerale, si sono ribellati ad una regola “adulta” e, in quel caso… piuttosto sciocca. Bravi!
Ma dopo? Dopo qualche quarto d’ora televisivo, la vita è andata avanti come se niente fosse stato… gli ormoni hanno ripreso il sopravvento ed è stata una “teen story”, interrotta dal risveglio di Rocco (almeno lui!) e dalle facce e le espressioni da “scugnizzo speciale” di Toni (l’eccezionale Pio Luigi Piscicelli) che ha fatto ridere a tutti e a me – personalmente – faceva commuovere ad ogni ripresa e battuta.
Però… lo ammetto, si potrebbe dire che – malgrado la mia sconfinata (provata da decenni di scoutismo) fiducia nei ragazzi/e in età adolescenziale – a quell’età contino più gli ormoni di tutto il resto e che, nella realtà, i ragazzi siano proprio così… alla fin fine leggeri e un po’ egoisti… geneticamente votati a guardare il futuro e andare avanti… dimenticando il più in fretta possibile le cose negative: the show must go on!
Ne siamo proprio sicuri?! Era davvero questo il messaggio della fiction? Penso di no. E penso che gli spettatori l’abbiano capito, anche perché – nel frattempo e complice pure il bel faccino del protagonista, che ha uno stuolo di giovani fans osannanti – è scoppiata la “Mirkomania” e il personaggio di Davide è stato talmente idealizzato (sono sempre i migliori che se ne vanno, no?) da oscurare tutti gli altri.
Dato che era tutto basato sul “platoon system”, questo non è un risultato proprio positivo per gli altri ragazzi… o no?!
La Rowling ci ha messo qualche anno per ammettere che sarebbe stato meglio che Harry Potter avesse sposato Hermione, invece di Ron… quanto ci metteranno gli sceneggiatori (spagnoli e italiani) ad ammettere che sarebbe stato meglio che Davide vivesse?
La prima “ammissione” è già alla fine della 6° puntata, quando appare il “fantasma” del ragazzo, insieme ai piccoli malati che giocano con suo padre. La seconda è che – Davide – sarà proprio un… fantasma (!) nella seconda serie… che è in cantiere e – presumibilmente – sarà sul piccolo schermo a fine 2015.
Io sono sempre per la clonazione ed il trasferimento della coscienza. Almeno avremmo un protagonista in carne ossa, e non etereo e bloccato nella sua personalità. E tu, Mirko Trovato, cerca di non crescere troppo, perché i fantasmi non invecchiano, eh!?
Ma non si diceva che Braccialetti Rossi era come la realtà e che, quindi, la morte doveva essere accettata in quanto parte della vita? Ora, invece, è dovuto – e dovrà – andare tutto bene perché è solo una fiction? Io ci sto (lo auspico!), ma basta mettersi d’accordo. D’altra parte, credo di non avere avuto torto nel pensare che in pochi avrebbero immaginato che “Braccialetti Rossi” sarebbe diventato quasi un fenomeno di costume per gli adolescenti.
La seconda serie la stanno scrivendo adesso, altrimenti sarebbe stata girata questa estate e in programmazione tra un anno, come sarebbe stato logico che fosse. Però, capisco pure che, in questo periodo “difficile” non si possono impegnare capitali senza avere una buona possibilità di rientro. Si sente che lavoro in banca?
Allora, onore al merito a tutti/e coloro che hanno lavorato alla fiction, di cui il cast è la punta dell’iceberg. Complimenti a chi ha scelto proprio “quei” ragazzi. Non sarebbe stato per niente scontato un tale successo con altri protagonisti. Il mio voto finale? Un bel 9 e mezzo. Il 10 ve lo siete giocato facendo scomparire il ricciolino stronzetto.
Così sia detto, così sia fatto, così sia scritto… WATANKA!
A Sel e e allo stesso Moricoli, che ancora tollerano la presenza in giunta della lista cinica (non è un refuso) vivaviterbicola di Philip Red from Trieste, un bel zero spaccato.