Dalla Regione un nuovo schiaffo a Viterbo. Anzi un nuovo ceffone. Pure abbastanza sonoro. Perché mentre nella città dei Papi si celebra il consiglio straordinario sulla mondezza romana e si ufficializza finalmente la diffida inviata dal sindaco alla Regione, la quale si conclude affermando che “in assenza di alcun provvedimento, non sia possibile trattare i rifiuti indifferenziati provenienti da altro Ato della Regione Lazio presso l’impianto Tmb di Viterbo e smaltire i relativi residui nella discarica Le Fornaci”, dalla Pisana, a stretto giro di posta arriva la secca risposta: “La Regione Lazio ribadisce quanto comunicato nei giorni scorsi a seguito della chiusura della discarica di Bracciano in località Cupinoro, a causa dell’esaurimento delle volumetrie disponibili. Il piano di gestione dei rifiuti del Lazio vigente, approvato dalla precedente giunta, stabilisce la possibilità, nei casi di carenza impiantistica, e al fine di rispettare quanto previsto dal dlgs 36/2003 e dalle normative europee, di utilizzare provvisoriamente impianti presenti in altri ambiti territoriali ottimali, fermo restando il principio di prossimità. Lo stesso piano di gestione dei rifiuti non impone in questi casi l’emanazione di alcun atto amministrativo. La Regione Lazio ricorda, inoltre, il carattere temporaneo di tale soluzione, dettata esclusivamente dalla grave emergenza creatasi a seguito della chiusura della discarica di Cupinoro. Stiamo attivando tutte le procedure necessarie ad ottenere dagli organi competenti le valutazioni per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale della discarica in questione”.
Traduzione: beccatevi la mondezza e zitti. Fino a quando? Ve lo faremo sapere.
Di fronte a un simile panorama il sindaco Leonardo Michelini (a proposito: non si è capito se la diffida sia partita o meno, in quanto non ne risulta traccia al protocollo) è apparso come un soldato armato di una misera scacciacani di fronte ai cannoni di Navarone. Ieri, nel corso di un consiglio comunale tutt’altro che entusiasmante, ha parlato per ultimo, nonostante le punzecchiature di vari consiglieri d’opposizione, con Chiara Frontini che gli ha regalato anche un dizionario dei termini tecnici sui rifiuti. Ha parlato per ultimo, forse per lasciare sfogare gli attacchi della minoranza, o forse perché “ho l’abitudine prima di ascoltare, e poi di parlare”.
L’intervento di Michelini non è stato irresistibile come quello di Barney, ma è stata una difesa d’ufficio sul pasticcio della mondezza romana. Una strategia evidentemente fissata a tavolino, che può anche reggere da un punto di vista formale, ma che invece ha traballato alle voci “trasparenza” e “tempismo” sugli atti intrapresi da palazzo dei Priori all’inizio di questa brutta storia, fine settembre 2013. Oggi sembra che i proverbiali buoi non solo siano già scappati, ma pascolino tranquilli tra montagne di robaccia.
Il resto è stato – tranne qualche eccezione – il festival della mediocrità. Con delle punte di drammatica comicità raggiunte soprattutto da Maria Rita De Alexandris (Viva Viterbo) e Alessandra Troncarelli (Pd), che hanno addirittura osannato il governatore Zingaretti come se la mondezza romana profumasse di violette e contribuisse a purificare l’atmosfera della Tuscia.
Poi, le comiche finali, con ben cinque ordini del giorno separati messi in votazione. Sono stati approvati quello della maggioranza (ovviamente) e quello del Movimento 5 Stelle con tre favorevoli e due contrari (tutti gli altri astenuti). Alla Pisana si staranno facendo le matte risate.
Ce meritiamo, servi di Roma e dei suoi politici come siamo, siamo stati e sempre saremo. Almeno però il Sor Zingarelli ci risparmi le sue arguzie da testa più lucida del PD laziale.