Due ore di incontro, da una parte sindaco e assessore Delli Iaconi, dall’altro la famiglia Sensi (Fausto, Marco, Massimiliano). Argomento: il futuro delle terme dei Papi, con la concessione mineraria in favore della famiglia che scade, dopo la proroga di tre mesi, a fine marzo, e in prospettiva il rinnovo della concessione dalla Regione al Comune, scadenza 2017. E, nonostante le formulette rassicurati del comunicato stampa istituzionale (“Lo spirito di collaborazione tra le due parti lascia sperare in un rapido epilogo della questione”), la trattativa non è per niente semplice.
Intanto, perché all’interno della famiglia Sensi ci sono due punti di vista diversi. Da parte di Marco, la disponibilità a trattare, mentre Fausto pretenderebbe addirittura che i litri a disposizione della famiglia (attualmente 40, mentre palazzo dei Priori li vorrebbe abbassare a 25) aumentino. E poi naturalmente c’è il Comune, che ha fatto presente come il rinnovo dell’accordo da parte della Regione non sia poi così automatico e che comunque bisognerebbe presentarsi al tavolo delle trattative con un fronte comune (pubblico – privato) e progetti definiti per avere più chances di riconferma.
Il punto cruciale per questo primo accordo è naturalmente il fabbisogno d’acqua, e trovare un incontro tra le esigenze dell’impianto dei Sensi e la volontà del Comune. E qui entra in ballo la piscina principale delle terme, che è quella che necessità di maggior quantità d’acqua, specie per riempire la parte più profonda (tre metri), che però sembra anche essere la meno frequentata dalla clientela. Abbassare il livello in quel punto consentirebbe di risparmiare un bel po’ di liquido e dunque ridurre il fabbisogno attuale. Nei prossimi giorni allora ecco che è prevista una perizia da parte di uno specialista esterno (non viterbese) che dovrà quantificare il reale fabbisogno dell’impianto, senza possibilità di errori. Da lì si ripartirà con una trattativa che al momento sembra in salita per tutti tranne che per le versioni ufficiali.
Terme dei Papi: si ripartirà da una perizia
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Speriamo che tutto non si risolva in una discutibile calata di brache da parte di chi difende, o dovrebbe difendere, il bene pubblico.