La Giunta provinciale ha deliberato l’adesione all’intervento di agevolazione in favore delle famiglie in condizioni di disagio socio economico proposto dal Comune di Viterbo, attraverso l’esenzione del tributo provinciale (Tefa) applicato alla Tarsu.
Il decreto legislativo 504/1992 ha istituito il tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell’ambiente a favore delle Province, commisurato sulla superficie degli immobili assoggettati alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani; tributo posto a carico degli stessi soggetti tenuti al pagamento della Tarsu. L’aliquota provinciale è calcolata dal 2004 sul 5% delle tariffe stabilite ai fini della tassa comunale. Per venire incontro alle famiglie in condizioni di disagio socio economico, il Comune di Viterbo ha deciso di concedere loro incentivi finalizzati alla riduzione dell’impatto economico provocato dalla Tarsu, stanziando una somma pari a 300 mila euro. Allo stesso tempo ha richiesto alla Provincia l’adozione di un analogo intervento finalizzato all’esenzione o alla riduzione del tributo provinciale.
“Attraverso la delibera approvata in Giunta – ha spiegato il presidente Marcello Meroi – la Provincia ha voluto lanciare un segnale di attenzione e di vicinanza alle famiglie in situazioni di disagio socio economico favorendo un alleggerimento del carico fiscale, reso ancora più insostenibile dalle conseguenze della crisi economica in atto. In pratica abbiamo stabilito di esentare il Comune dal versare alla Provincia il tributo di competenza calcolato sull’importo stanziato di 300 mila euro. Somma che sarà poi contabilmente regolarizzata fra i rispettivi uffici finanziari in fase di elaborazione del bilancio. Una dimostrazione evidente di come nei momenti di difficoltà, le istituzioni non possano restare sorde dinnanzi alle oggettive difficoltà che i cittadini del territorio sono costretti ad affrontare, spesso in situazioni di difficoltà estrema. La riduzione della pressione fiscale alle famiglie in condizioni di disagio economico – ha aggiunto Meroi – è un atto di civiltà verso quanti, a causa della crisi, non riescono a far fronte a determinati impegni di natura economica. E se pagare le tasse è un dovere – conclude – è altrettanto doveroso da parte delle istituzioni introdurre criteri di natura sociale laddove il dovere civico rischia di entrare in conflitto con il diritto alla sopravvivenza stessa delle famiglie”.
Speriamo che i nostri soldi – perché sono nostri, non di Meroi – non vadano ad alleviare la dolce vita di evasori ed affini.