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Nel Pd Fioroni contro tutti

Beppe Fioroni

Beppe Fioroni

Lui è nato democristiano e vuole morire democristiano. E non c’è nessuno che potrà mai convincerlo a diventare socialdemocratico. Così ieri pomeriggio, alla direzione nazionale del Pd che doveva certificare l’ingresso nel Pse (cosa che avverrà domenica prossima) Beppe Fioroni da Pianoscarano ha dato fiato a tutte le sue trombe per dire no, no e no. Anche se, al momento della votazione, è rimasto nella più beata solitudine. Giacché l’ingresso del Pd nel Pse ha avuto 121 sì, 2 astenuti e un solo voto contrario (il suo).

“Ribadendo l’indisponibilità a morire socialdemocratico, auguro a voi tutti di vivere intensamente da democratici” ha ripetuto più volte. E, rivolgendosi al premier Matteo Renzi, ha sottolineato come “il tuo percorso ambizioso debba declinarsi così anche in Europa” ma scegliendo il Pse “è difficile trovare un percorso innovativo”. L’adesione è “una scelta contro noi stessi” ha aggiunto. “Mi troverò in un’eccezionale solitudine – ha detto ancora – confido quindi nella vostra cortesia…”. Per il deputato viterbese l’adesione avviene con una procedura troppo “semplificata” che non tiene conto “di dettagli essenziali e decisivi”.

Massimo D'Alema

Massimo D’Alema

A Fioroni, nel corso del dibattito, ha risposto Massimo D’Alema. “Noi facciamo una scelta politica e non ideologica – ha detto – e aderiamo a un campo di forze progressiste molto variegato. Smettiamola quindi con i timori: c’è chi di noi, come Peppe Vacca, teme di morire democristiano; chi, come Fioroni, socialista. Io mi limiterei alla prima parte che ci unisce tutti e meglio corrisponde al sentimento umano”. D’Alema ha poi proseguito: “La nostra adesione deve avere un forte impegno innovativo, dobbiamo contribuire a creare una vera forza politica europea progressista, dalla politica economica ad una svolta in politica estera europea. Così come per 15 anni l’Europa si è rivolta soprattutto ad est dopo la fine della guerra fredda, oggi il Mediterraneo deve essere un banco di prova fondamentale. Non è una resa, ma un grande passo avanti”. Poi, rivolgendosi direttamente al deputato viterbese, ha concluso: “A Fioroni ricordo che quando creammo l’Ulivo, potevamo pensare di aver l’ambizione di rappresentare il vasto campo europeo. Nel frattempo Berlusconi è membro del Ppe e oggi rischiamo di essere noi l’anomalia, in un quadro che si va bipolarizzando”.

Il duello Fioroni-D’Alema non è sfuggito al premier Matteo Renzi, che ha commentato con una chiosa salomonica: “Comprerò i pop corn per assistere all’epico scontro tra D’Alema e Fioroni sul ruolo dei cattolici nella sinistra europea”.

Piuttosto c’è da capire ora cosa farà Beppe Fioroni. Resterà nel Pd come un corpo semi-estraneo o si preparerà a fare le valigie per approdare a lidi opposti rispetto a quelli di Pippo Civati? Lo sapremo solo vivendo.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Una cosa è certa: l’elefantiaco Peppe Bucìa al laticlavio (ben remunerato) e al potere non rinuncia.

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